Con Il Signor Diavolo Pupi Avati ritorna a uno dei temi che più lo interessano, quello del mistero. Gli altri sono la musica Jazz e la cronaca emiliana. In questo caso fa riemergere alla sua predilezione per i riti misteriosi con la storia di un funzionario ministeriale inviato nella campagna veneta con il compito di impedire che un’inchiesta sulla morte di un ragazzo, ucciso da un coetaneo, danneggi la Democrazia Cristiana e Chiesa cattolica coinvolgendo religiosi e lettori – sostenitori del partito.
Tutto questo ambientato all’inizio degli anni Sessanta con un interesse particolare da parte del regista per la miseria della vita degli ultimi e la durezza della loro vita. Il film è uno dei migliori di questo cineasta e rappresenta una delle punte maggiormente riuscite di uno degli autori più noti della nostra cinematografia. Un elemento centrale della riuscita del film è in un cast formato in gran parte da attori non professionisti, ma molto legati al territorio. A loro si aggiungono alcuni nomi tradizionalmente cari a questo autore: Lino Capolicchio, Alessandro Haber, Andrea Roncato, Gianni Cavina. È una constatazione positiva anche se non mancano, da un punto di vista critico, i momenti prevedibili e le sequenze poco riuscite. Fa piacere che un regista sino ad ora amato solo da una parte del pubblico abbia firmato un’opera che contiene molti elementi utili a coinvolgere una platea ben più vasta.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=uHglRk5bUcQ