Gaspar Noé è un regista che divide in maniera notevole sia pubblico che critica: i suoi ammiratori sono pari a quanti lo considerano l’icona della negatività nel cinema cosiddetto d’autore. Il cinquantacinquenne argentino crea film che fanno sempre discutere perché volutamente contorti e spesso urtanti.
Chi grida al genio e chi invece lo definisce autore privo si idee che rincorre l’originalità attraverso la furbizia di trovate dozzinali. Per creare un minimo di aspettativa, in questa occasione mette i titoli del film in coda, titoli di coda in testa, titoli di testa dopo oltre 40 minuti. Del resto, la storia fatta più di danza ed erotismo che di dialoghi può essere raccontata dalla fine verso l’inizio o come si desidera: rimarrà sempre quella forse voluta confusione. Le immagini sono spesso violente anche nei contenuti sessuali, la musica ‘sparata’ e rumori vari fanno da colonna sonora. Questo horror musicale vive della fisicità degli interpreti (belle le coreografie di Nina McNeely) che prima ballano e poi, in preda all’alcol ma soprattutto al LSD, diventano dei veri indemoniati. Ne nasce una danza ossessiva che viene ripresa da ogni parte (belle le immagini dall’alto) e che mette nell’oblio i pochi dialoghi peraltro poco interessanti. Noè ritiene di essersi ispirato a grandi autori quali Pasolini, Nietzsche, Zulawski, Kafka, Eustache per la costruzione narrativa, li cita nel film in maniera indiretta, forse crede davvero di essere in grado di inglobare nel suo mondo cinematografico la loro genialità; ma è difficile pensare ad una scena che sia davvero stata ispirata da autori che hanno lasciato un segno nella storia non solo della letteratura. Per ‘emozionare’ lo spettatore tutto è lecito, compreso che una ragazza incinta venga presa a calci in pancia perché accusata di aver messo la droga nella sangria o il figlio di una ballerina sia chiuso a chiave. Certo, quel realismo non lascia indifferenti, ma è difficile denominarlo arte. Nella seconda metà degli anni ’90 una ventina di giovani ballerini francesi di street dance si ritrovano in una scuola abbandonata per fare le prove prima delle loro esibizioni che avverranno oltreoceano. Ma organizzano anche una frenetica festa in cui l’alcol è il vero protagonista. Ben presto, dopo aver bevuto una speciale sangria, il gruppo cade preda di nevrosi e psicosi. Alcuni si sentono in Paradiso, ma la maggior parte si tuffa nell'Inferno. La vera protagonista è Sofia Boutella, ballerina e attrice di origini algerine. Gli altri si esibiscono a in danze a livello di possessione e b
