Bill Holderman, con un’esperienza nella sceneggiatura del mediocre A spasso nel bosco (A Walk in the Woods, 2015) interpretato da Robert Redford, ha avuto la fortuna, lavorando nella società dell’attore, di potere conoscere interpreti molto noti che hanno accettato di condividere con lui il debutto come regista.
Tutti gli interpreti si fanno in mille per dare spessore e credibilità ai loro personaggi, ma la cronica prevedibilità dello script e l’assenza di un dialogo interessante rende Book Club - Tutto può succedere una noiosa commedia di cui si attende con un certo nervosismo la fine. La ragione è semplice: oltreché non originale, spesso è banale e crea noia, con alcuni punti in cui la logica di quanto detto è messa a dura prova. Uscito a maggio dell’anno scorso in paesi non sempre interesanti (negli USA ha avuto una circuitazione limitata) ha trovato distribuzione fino a settembre ed ora giunge sui nostri schermi. È una fortuna che il pubblico abbia la massima scelta per decidere cosa vedere, ma dispiace pensare che al posto di questa commedia avrebbe potuto arrivare sui nostri schermi qualcosa di più interessante. L’impressione che si ha inizialmente è di averlo già visto: amiche per la pelle che tali sono rimaste dall’età del liceo (o università) con caratteristiche che sono degli stereotipi del genere: la donna di successo che si diverte coi maschietti ma non si vuole impegnare, la ‘fresca’ vedova con figlie troppo preoccupate per lei che le tolgono la libertà, la terza che male sopporta l’abbandono da parte del marito e che è iscritta ai siti per cercare un compagno, l’altra che è innamorata del marito ma che non accetta una sua freddezza sessuale. Onde evitare difficoltà che potrebbero essere dovute alla sua inesperienza, il regista – sceneggiatore sviluppa separatamente le quattro vicende, e fa incontrare le amiche poche volte; in quei momenti raccontano quello che è loro successo ma non interagiscono coi partner o quant’altri; sembrano quasi altrettanti corti uniti assieme. L’idea iniziale che la disinibita Jane Fonda proponga come lettura del mese su cui discutere 50 sfumature di grigio potrebbe essere sviluppato meglio: qui si vede unicamente che il libro risveglia i loro appetiti sessuali. I riferimenti a Sex and the City (2008) sono addirittura imbarazzanti: non basta cambiare l’età delle protagoniste e trasferire da New York a Santa Monica l’azione per essere originali. Le quattro amiche leggono il libro scandalo e si trasformano in assatanate liceali. Con buona pace di chi pensa che questo possa essere sviluppato in un’opera raffinata ed intelligente.