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Cast, Crew, Infos - Cinema

Titolo originale
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Sceneggiatura
Jordan Peele
Interpreti
Lupita Nyong'o, Winston Duke, Elisabeth Moss, Tim Heidecker, Yahya Abdul-Mateen II, Anna Diop, Evan Alex Cole, Shahadi Wright Joseph, Madison Curry, Cali Sheldon, Noelle Sheldon, Kara Hayward.
Nazionalità
Anno
Durata
117

Difficile trovare un film che faccia davvero paura, e questo ci riesce. La ragione principale è che non esistono mostri, o sadici assassini, o esseri posseduti, o persone reincarnate: è la normalità che fa paura, vedere persone che si sono sdoppiate senza colpa, con una a cui la fortuna ha fatto ottenere tutto dalla vita e l’altra destinata ad eterna paura col continuo sforzo per riuscire a sopravvivere.

Tutto nasce dal caso. Giustamente presentato come horror (anche se per un terzo della sua durata poco fa prevedere quello sviluppo) è anche da valutare come thriller, film politico ricco di connotazioni sociali, opera rigorosamente afroamericana. Non è un caso che la prima scena del film si svolga davanti ad un televisore che sta trasmettendo durante il notiziario un servizio sul Hands across America, una grandissima manifestazione popolare che riuscì a convincere 6,5 milioni di statunitensi a tenersi per mano per creare idealmente una catena umanitaria che univa Santa Monica a New York; era stata organizzata per protestare contro Reagan ed il suo governo che stava affamando milioni di persone. È domenica 25 maggio 1986 e in quella stessa notte accade quel qualcosa che trasforma una ragazzina felice in una persona che, anche da adulta, avrà un’esistenza problematica. Il taglio del film delude molti appassionati dell’horror perché non è banalmente un prodotto di intrattenimento: è vero, c’è sangue copiosamente disperso, gambe fracassate e quant’altro, anche le urla lancinanti non mancano, ma tutto è all’interno dello sviluppo di una robusta sceneggiatura che vivrebbe anche senza questa parte trash. Al timone di questa operazione il quarantenne Jordan Peele, nome molto considerato (e coccolato) dalle major che in lui vedono un autore geniale ma in grado di non deludere il box office. Ha ottenuto l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale grazie a Scappa: Get Out (Get Out, 2017) anche questo anomalo film della paura. Come se ciò non bastasse, è attualmente produttore esecutivo della nuova stagione di The Twilight Zone. In lui si concentrano un buon regista, un ottimo sceneggiatore, un attento manager in grado di far moltiplicare i 20 milioni del budget (dati a fine marzo), un uomo impegnato nella difesa degli afroamericani. Prosegue nel percorso artistico e sociale che vede nome di spicco in Spike Lee ma che ha notevoli alfieri, solo per citarne un paio, anche in Barry Jenkins e Ryan Coogler. È un modo diverso di raccontare, e non necessariamente più serioso. In Noi ci sono anche battute molto divertenti, una delle quali suona come pesante denuncia del mondo che noi vogliamo fare dominare dai robot, Nella lussuosa villa di una famiglia bianca in cui tutto è coordinato dalla perfetta assistente domestica Ophelia inizia il loro massacro; urlano all’entità di intelligenza artificiale di chiamare la Polizia e lei mette un brano dei Police che li accompagna verso la morte. Nei 15 minuti vissuti dalla bimba 30 anni prima possono succedere (e succedono davvero) tante cose drammatiche, una in particolare che scopriremo nel finale. Proprio queste ultime battute segnano la bellezza di un film in cui la soluzione dei misteri è alla portata dello spettatore. Una giovane donna torna nella sua casa d'infanzia al mare con il marito e i due figli per trascorrere le vacanze estive. Lei non vorrebbe andarci perché da bimba aveva subito lì un trauma che è tuttora irrisolto legato a una quindicina di minuti trascorsi al Luna Park in una casa degli specchi. Mentre accadono cose strane che risvegliano in lei i (quasi) sopiti fantasmi, sente materializzarsi la sua ossessione e capisce che qualcosa di brutto sta per accadere anche ai suoi cari. Tornano a casa dopo intensa giornata trascorsa in spiaggia con loro amici bianchi e ricchi. Cala l'oscurità e vedono sul vialetto di casa la sagoma di quattro figure che si tengono per mano, che assomigliano terribilmente a loro: anzi, sono un loro sdoppiato.


 


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opinioni autore

 
Noi 2019-04-06 10:44:17 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
7.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    06 Aprile, 2019
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