La cosa migliore del film è l’interpretazione di Jackson Robert Scott, giovanissimo attore che recita in maniera perfetta. Tra i protagonisti del remake del film di It (2017) di Andy Muschietti basato sul bel romanzo di Stephen King quale Georgie.
Qui il ragazzino conferma la sua bravura in un ruolo non certo facile che gli richiede di esprimere alternativamente amore ed odio, paura e violenta voglia di dominare seguendo l’entità che si è impossessata di lui. O, meglio, che si è reincarnata in lui, caso raro nell’horror. Il regista Nicholas McCarthy, qui al suo terzo lungometraggio, si appropria di alcuni degli elementi più incisivi del suo titolo di esordio, The Pact (2012), e propone altre suggestioni presenti in Oltre il male (Home, 2014) che rendono facilmente identificabili i suoi stilemi. Non è (ancora) un grande di questo genere, ma dimostra di avere idee e una buona chiarezza su come proporle creando un film ‘logico’ e, a tratti, originale. A lui si sono affidati i produttori che nella sceneggiatura scritta da Jeff Buhler vedono le potenzialità per una saga. Pensando a questo, la storia ha già vari personaggi potenzialmente sviluppabili, in grado di acquisire caratteristiche da protagonisti. L’attenzione anche al minimo particolare è notevole nonostante questa sia una produzione low cost (6 milioni il budget); ma se le idee (e la tecnica) ci sono, non è necessario creare effetti speciali ridondanti per ottenere l’attenzione degli spettatori: chi urla solitamente ha poco da dire. L’inizio fa temere il peggio perché l’idea iniziale pare fin troppo nota: coppia felice che dopo anni riesce finalmente ad avere un figlio. Chi ha un po’ di frequentazione del filone sa che spesso questo è l’inizio per una classica possessione col Diavolo o qualche anima persa che si impossessa del giovane virgulto. Qui la ‘novità’ è che si parla di reincarnazione, di un cattivo ucciso dai buoni che dopo 15 minuti dal decesso diviene un tenero bimbo. Medici che poco capiscono, il bambino che viene quasi odiato dal padre che lo teme, la madre che gli è sempre vicino anche quando sente che quello non è suo figlio. Nulla di realmente nuovo, salvo una certa credibilità per quanto viene raccontato, davvero rara in tanti prodotti simili. Dopo anni di inutili tentativi, una coppia riesce ad avere bel bambino, molto precoce ed intelligente considerato anche dagli insegnanti un vero e proprio genio, ma che ha problemi esistenziali, litiga con tutti, è violento, può essere pericoloso a sé stesso ed agli altri. Lo portano da un medico che li indirizza a uno psicologo che consiglia loro di andare da uno studioso di quei fenomeni. Vita d’inferno per la famigliola con padre che vorrebbe rinchiudere il ragazzino in un istituto simile ad un riformatorio e la madre che sceglie di essere al fianco di quella creatura con un finale che tale non è.