Momenti di trascurabile felicità è un film scritto, sceneggiato e diretto pensando come figura centrale a Pif di cui si mantiene il tipo di dialogo, lo stralunato rapporto con la società, una matrice siciliana che contamina ogni cosa e trasforma questo prodotto in un qualche cosa che potrebbe essere interessante e che invece non lo è se non in pochi momenti.
Ispirato a due libri del cinquantacinquenne casertano Francesco Piccolo – anche sceneggiatore di livello che ha iniziato la sua carriera con Paz! (2002) e My Name Is Tanino (2002) – e scritto per il cinema dallo stesso assieme all’esperto Daniele Lucchetti, ha i suoi momenti migliori quando in scena c’è Renato Carpentieri quale impiegato dell’aldilà che con vetusti pc calcola l’ora esatta in cui si dovrà morire: nel incredibile caos con attese inimmaginabili, si riesce a parlare coi burocrati e, come nel caso del nostro eroe, di ottenere ben 92 minuti per tornare sulla terra per un calcolo che non teneva conto delle centrifughe allo zenzero bevute da PIF che davano diritto ad un bonus. Renato Carpentieri collabora col regista romano dai tempi de Il portaborse (1991). Per dire del suo valore basterà opensare che negli ultimi tempi sono usciti altri tre film di buon livello con lui tra gli interpreti, Una storia senza nme (2018) di Roberto Andò, Ride (2018) di Valerio Mastandrea e La paranza dei bambini (2019) tratto da un romanzo di Roberto Saviano e diretto da Claudio Giovannesi. Ha la giusta ironia, dona credibilità in un personaggio onirico, con la sua semplice presenza rende molto belle anche scene non completamente riuscite. Pif è lui, con la voice over che lo contraddistingue ma, nello stesso tempo, lo penalizza con una caratterizzazione fin troppo accentuata. Pur non essendo diretto da lui, è un suo film, e questo dispiace anche per la bravura di Daniele Lucchetti che in questa occasione sembra avere realizzato un prodotto su commissione dove nulla parla apertamente del suo cinema. Paolo, il protagonista, è un ingegnere quarantenne con moglie con cui non sempre va d’accordo, figlio che ama videogame e sport, figlia adolescente che lo adora ma che lo contesta. Tutto normale se per una bravata – ogni giorno passa ad un incrocio col rosso calcolando i tempi degli altri automobilisti – non venisse travolto da un furgone trovando la morte. Per un errore di calcoli celesti, torna sulla terra per 92 minuti, e in questo breve lasco di tempo cerca di recuperare il tempo non dedicato ai suoi, di trovare coerenza nella sua vita che non la ha.