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Alpha Dog ··· Alpha Dog  ··· Hot

Alpha Dog  ···
Image Ci sono film che ricordano la vecchia discussione sui legami fra cronaca e storia. Alpha Dog di Nick Cassavetes è uno di questi, meglio è uno di quei film che pongono allo spettatore il problema su che cosa sia davvero la riproduzione della realtà. Spieghiamoci meglio. C’è chi ritiene, il regista di questo film lo è, che la riproduzione del reale sia tanto più pregevole quanto più accumula materiali, dettagli, situazioni capaci di ricostruire, con la maggiore approssimazione possibile, ciò che è avvenuto. Altri, invece, pensano che la realtà sia conoscibile solo attraverso i rapporti che i materiali stabiliscono fra loro e con il mondo circostante. Per i primi ogni sforzo deve andare in direzione del recupero formale di ciò che è successo, per i secondi ciò che realmente importa è la ricerca delle connessioni fra le cose e le persone. I primi ricostruiscono con la pazienza degli archeologi, i secondi interpretano.
Nel caso di questo film, il regista ha riprodotto, con gran fedeltà, ciò che è realmente accaduto in una quartiere di Los Angeles alla fine degli anni novanta, quando un giovane spacciatore, figlio di un grossista della droga e capo di una banda di giovani non ancora ventenni, rapì il fratello di un ragazzo che gli doveva del denaro e gli aveva sfasciato la casa. La vicenda ebbe un finale tragico e si chiuse con l’uccisione dell’ostaggio, l’arresto dei delinquenti – il capo fu rintracciato dal FBI in America Latina qualche tempo dopo - e una serie di pesanti condanne, una delle quali alla pena capitale. Il regista ricostruisce questa storia con il sistema del mosaico, allineando quadri diversi che riproducono quelle tragiche ore fra festini a base di stupefacenti e alcol, liti familiari, ricerca di denaro, grossolana progettazione ed esecuzione del delitto. E’ un ritratto molto ben costruito con al centro il mondo del crimine di medio calibro losangelino, un mondo delinquenziale miserabile e crudele. Ciò che manca, e che fa sì che quest’opera sia un perfetto esempio di cronaca, ma un pessimo caso di storia, è la ricerca di un legame qualsiasi, anche minimo, fra queste vite animali e il mondo che le circonda, fra la quotidianità e la società nel suo complesso. Gli attori sono molto bravi, il regista ha mano ferma e la storia scorre fluidamente, ma il film lascia nello spettatore un retrogusto da grand’occasione mancata.
valutazione: 1 2 3 4 5

Regia: Nick Cassavetes; sceneggiatura: Nick Cassavetes; interpreti: Bruce Willis, Matthew Barry, Emile Hirsch, Fernando Vargar, Vincent Kartheiser, Justin Timberlake, Shawn Hatosy, Heather Wahlquist, Alex Solowitz, Alec Vigil, Harry Dean Stanton, Frank Cassavetes, Nicole Dubos, Regina Rice, Laura Nativo, Ben Foster, David Thornton, Anton Yelchin, Sharon Stone; produttori: Matthew Barry, Robert Geringer, Marina Grasic, Nancy Green-Keyes, Andreas Grosch, Brad Jensen, Avram 'Butch' Kaplan, Sidney Kimmel, Jan Körbelin, Steve Markoff, Bruce McNall, Chuck Pacheco, Frank Peluso, Andreas Schmid; musica: Aaron Zigman; fotografia: Robert Fraisse; montaggio: Alan Heim; ricerca attori: Matthew Barry, Nancy Green-Keyes; scenografo: Dominic Watkins; direzione artistica: Alan Petherick; arredatore: Amy Heinz, Fainche MacCarthy; costumi: Sara Jane, Sarah Jane Slotnick; società produttrici: Sidney Kimmel Entertainment, A-Mark Entertainment, Alpha Dog LLC, VIP 2 Medienfonds; nazionalità:USA; anno di edizione: 2006; durata: 122 min.

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