Il gioco delle coppie di Olivier Assayas è un film francese che più francese non si può. Un testo che ruota attorno a una girandola di chiacchiere, situazioni coniugali e di adulterio che ricordano tante altre opere transalpine.
C’è il grande editore che tenta di uscire dalla crisi causata dall’arrivo dell’elettronica (internet, e-book, audiolibri e quant’altro) e che, nel frattempo, non trova di meglio se non andare a letto con la giovane incaricata di svecchiare la sua ditta. Lo scrittore in crisi perché si vede rifiutare l’ultimo libro. L’attrice di successo impegnata in serie televisive che non ama. A questi si aggiungono vari personaggi di contorno. Un mondo chiacchierino e chiuso in sé stesso di cui il cinema di quel paese ci ha fornito numerosi esempi e che ora questo cineasta rispolvera senza troppa originalità. Sappiamo che ciò conta anche da noi su una vasta platea di fan, ma non ci sembra proprio che questo testo aggiunga qualche cosa se non di fondamentale, almeno d’originale al suo cinema e a quello di molti suoi colleghi. I dialoghi, come il solito, sono sovrabbondanti e brillanti, ma non servono a dare al film un reale spessore che è poi quello di una piccola borghesia intellettuale in continuo dibattito fra lenzuola e i grandi temi filosofici. In poche parole, un film dalla confezione accurata e dalla presentazione affascinante, ma piuttosto polveroso come stile.