Roma è il nome del quartiere in cui è nato e vissuto in gioventù il messicano Alfonso Cuarón che dirige questo film in un bianco e nero virato al seppia. Il cineasta ha fatto ricorso ai suoi ricordi d’infanzia a Città del Messico.
Qui una famiglia della buona borghesia, in cui padre e madre stanno per separarsi, deve fare i conti con una servetta, messa in cinta da un bellimbusto appassionato di arti marziali e militante dei gruppi paramilitari di destra in servizio alla polizia. La giovane seguirà i propri padroni sino a rischiare la vita per salvare due figli della coppia. ricavandone solo una gratitudine abbastanza formale. Sono gli anni in cui esplodono i movimenti studenteschi che esplodono nel massacro di Tlatelolco, avvenuto il 2 ottobre 1968 nella Piazza Delle Tre culture a Città del Messico. In altre parole, è una vicenda personale che si trasforma in un quadro preciso e impietoso di una società rigidamente classista. Questo senza che il cineasta salga in cattedra neppure per un istante. Davvero un film di grande respiro che riesce a coniugare esperienze del cineasta alla rappresentazione di un quadro sociale drammatico. Un panorama che non è lontano dalla situazione attraversata da molti paesi in momenti di crisi e questo vale anche per l’Italia contemporanea. Il film è stato premiata con il Leone d'Oro alla Mostra di Venezia 2018. E' prodotto dalla società televisiva Netfix. esce ora al dinema e, da metà dicembre, sarà nei palinsesti di quest'azienda.