Theodor Seuss Geisel, morto nel 1991 all’età di 87 anni, è stato un notissimo scrittore e fumettista statunitense meglio conosciuto con lo pseudonimo Dr. Seuss. Ha pubblicato oltre 60 libri per bambini che sono stati spesso caratterizzati da una straordinaria fantasia nella costruzione dei personaggi, con utilizzi frequenti di rime e di metri trisillabici.
Il Grinch è considerato come la migliore opera dello scrittore. Uscito nel 1957 con l’intento di criticare la commercializzazione del Natale, già in quegli anni diventato un pretesto utile a smuovere l’economia senza nessun interesse per la ricorrenza religiosa, ebbe grandissimo un successo. La favola di questo uomo burbero che cerca di rubare a tutti il Natale arriva al terzo exploit sugli schermi. Nel 2000 era uscito con lo stesso titolo un gradevole film diretto da Ron Howard e interpretato con bravura da Jim Carrey e Taylor Momsen, poi una miniserie televisiva. L’idea di questa ulteriore trasposizione, utilizzando l’animazione quale mezzo visivo, poteva essere interessante se la sceneggiatura non avesse voluto banalizzare troppo il dramma di questo singolare essere verde che odia il Natale. Come loro ottavo film interamente animato, la Illumination e la Universal Pictures presentano l’omino verde (solo il colore è uguale a quello di Hulk) che viene presentato prima di Natale perché considerato commercialmente debole. Diretto da Scott Mosier assieme a Yarrow Cheney, non ha mai veri momenti di interesse. Si dice che il Grinch abbia avuto problemi da bambino, ma nulla viene spiegato della sua situazione di disagio. Pensato probabilmente per un pubblico under 10, si basa quasi completamente sul rapporto tra lui ed il servizievole cagnetto, tra lui e la ragazzina orfana che vive d’amore e desidera solo un futuro migliore per la mamma. Tante scenette che non creano le emozioni di un film, troppe trovate viste mille volte, lo sfondo di una cittadina che vive le atmosfere del Natale vista come una cartolina statica. I personaggi, oltre ai tre protagonisti, praticamente non esistono, compreso l’amorevole vedova che è fin troppo felice per essere credibile. Il sindaco di Who-ville ha l’intenzione di organizzare un Natale tre volte più grande dei precedenti. L’odio di Grinch verso gli abitanti del paese e verso la festa esplode in una rabbia furiosa che lo induce a escogitare un malefico piano. Con la sola compagnia del suo fedele cane, il Grinch non capisce i motivi per cui la festa diventa così importante agli occhi degli altri: la sua sola volontà è sottrarre alle persone il bene più materiale che gira attorno alla celebrazione: i regali. Il film non riesce a convincere raccontando quelli che sono i valori che si riscoprono durante le festività. La bimba tanto buona e generosa è particolarmente antipatica. Per il resto, ottima animazione e nulla più.