Gregory Plotkin è arrivato al secondo lungometraggio e continua a mettere in scena storie horror. Specializzato nel realizzare B movie a low cost (qui il suo budget era di 5 milioni e mezzo di dollari), non cerca effetti speciali costosi, ma preferisce utilizzare quello che ha attorno, usando addirittura location già presenti in cui l’apporto dello scenografo è limitato.
Quindi, attraversiamo assieme ai nostri eroi corridoi in cui oltre a terrificanti manichini ci sono attori che toccano i visitatori, labirinti dell'orrore, case infestate da mostri pieni di cicatrici e di trucco, angoli angusti, muri che si spostano, braccia che ti afferrano, statue che prendono vita. C’è anche il trenino con tanto di spruzzi d’aria per dare l’impressione di essere sfiorati da qualcuno. Ogni tanto c’è il solito figurante che magari brandisce un affilato coltello, i maschietti sorridono per non fare vedere alle proprie donzelle che hanno paura, anche se ci scappa il morto. Si rimane sempre nel dubbio se sorridere per effetti speciali’ che si incontrano anche nei luna park, se arrabbiarsi per la povertà del prodotto o se plaudire ad una troupe che è riuscita a creare una storiella lunga 90 minuti che riesce a portare a termine la sua missione: fare provare paura ai più sprovveduti o a quelli che riescono ad emozionarsi anche leggendo l’elenco telefonico. Mentre, soprattutto negli USA, la festa di Hallloween è diventata un incredibile business che muove decine di migliaia di persone per assistere ed essere protagonisti di eventi a tema quali il Fright Fest di Six Flags e gli Halloween Horror Nights degli Universal Studios, anche in Italia – forse non capendo appieno lo spirito e considerandolo alla stregua di un Carnevale – si inizia ad apprezzarne quantomeno l’esteriorità. Quindi, un horror tradizionale trova attualità utilizzando il Giorno dei Morti come location temporale perfetta. Tuttavia, gli altri ingredienti sono gli stessi: ragazzini un po’ deficienti che vanno dove non dovrebbero, urla per scene che poi si dimostrano prive di pericoli, e un gioco al massacro in cui quasi tutti muoiono. Ovviamente, non può mancare il serial killer dall’identità insospettabile (il finale fa pensare che sarà protagonista di un sequel). Gregory Plotkin dirige con mestiere, i ragazzi urlano in maniera credibile, le maschere sono quelle che si trovano nei negozi di scherzi: per chi si accontenta può essere considerato anche un buon film. È Halloween e per l’occasione arriva in città l’Hell Fest, un festival itinerante a tema horror, con labirinti, giostre e attori mascherati che spaventano i visitatori. Un gruppo si amici partecipano alla serata per assaporare la paura e vivere l’adrenalina con altre migliaia di persone. Ma per una mente deviata non è solo il caso di un’attrazione: è l’opportunità di uccidere davanti a visitatori troppo presi dal macabro divertimento per capire che qualcosa di orribile sta succedendo davvero.