Difficile trattare all’interno della commedia all’italiana il tema della mafia senza volere ridicolizzare a tutti i costi i personaggi. Questo poteva funzionare prima che Gomorra ed altri titoli avessero permesso alle persone di conoscere questo mondo in maniera differente, meno folcloristica.
Alessio Maria Federici, dopo la sua opera prima, commedia senza pretese artistiche quale Lezioni di Cioccolato 2 (2011), ha fatto seguire titoli dello stesso livello quali Stai Lontana da Me (2012), Fratelli unici (2015) e Tutte lo Vogliono (2015) prima di arrivare al più interessante Terapia di Coppia per Amanti in cui cercava, con discreti risultati, di parlare della crisi tra marito e moglie. Protagonista maschile Pietro Sermonti che aveva dato grande umanità al suo Modesto. Proseguendo nel suo percorso che della commedia fa un mezzo per parlare anche di temi seri, ha confermato il protagonista di Uno di Famiglia caricandolo di un personaggio dalle varie sfaccettature che si trova catapultato in un mondo non suo, dove tutto è fuori dalla legge. I suoi amici/nemici malavitosi sono persone intelligenti che spesso si presentano molto affabilmente; quello che li differenzia dagli altri è che non accettano come risposta un no, sono molto ricchi e come regola di vita utilizzano anche l’eliminazione fisica degli avversari. Belli e bene interpretati i personaggi, con Pietro Sermonti attonito al punto giusto, Nino Frassica molto attento a non creare una parodia del boss, Lucia Ocone pericolosissima vedova di uno degli elementi di spicco della famiglia, Moise Curia stralunato ragazzo che non vuole essere condizionato dalle sue origini rifiutando di diventare cattivo e cercando di trasformarsi in un attore televisivo. Il personaggio in più è il diversamente abile Neri Marcoré realmente bravissimo ma che, forse si poteva evitare di proporre nel film: l’immagine dell’handicap non ne esce esattamente in maniera positiva. Luca quarantatreenne attore fallito mite e sornione, cerca di arrivare alla fine del mese insegnando dizione. Un giorno, per caso, salva la vita a suo allievo, un giovane desideroso di fare l’attore a cui va corretta l’inflessione dialettale. Il ragazzo è il rampollo di una potente famiglia malavitosa calabrese: i Serranò, che da quel momento hanno con lui debito di riconoscenza. Come un fulmine a ciel sereno nella sua vita, anche in quella di coppia, irrompe la pericolosa Zia Angela detta Della Morte ed il capo della FAMIGLIA Peppino Serranò, uomo potente, benefattore che usa il denaro sporco, a cui nessuno può dire di no. Fraintendimenti e avvenimenti si susseguiranno nella storia coinvolgendo amici, conoscenti e nemici. Su tutto la regia del boss, tanto generoso quanto spietato.