Il titolo originale del film, The Children Act, richiama il Codice del 1989, che nel Regno Unito rivoluzionò la legislazione in materia di diritto dei minori ponendo il benessere del bambino al di sopra di qualunque altra istanza, nei casi giudiziari dibattuti nella sezione famiglia. È anche il titolo scelto da Ian McEwan per il suo libro da cui, ora, ha scritto la sceneggiatura per il film diretto da Richard Eyre.
È principalmente basato sulla causa tra i genitori di un ragazzo non ancora maggiorenne e l’Ospedale in cui è ricoverato in pericolo di vita. Il problema di base è che la famiglia appartiene ai Testimoni di Geova che non accettano le trasfusioni ed un ragazzo, affetto da leucemia, ne avrebbe bisogno per potere somministrargli medicine salvavita. Il rifiuto è legato ad un credo di natura religiosa, non medica: agli occhi di Dio il sangue rappresenta la vita (Levitico 17:14), ha un valore sacro e non rispettare questo dogma si bestemmia il suo nome. Poco si dice realmente su questo sempre attuale problema e poco si può imparare su di loro: non è la parte che interessa di più lo scrittore e, per questo, viene in parte relegata come tema non necessariamente fondamentale. Nonostante un’ambientazione all’interno di un Tribunale e discorsi in merito di cause, quello su cui si basa la vicenda è la debolezza della coppia del giudice che dedica troppo tempo al lavoro e poco al marito, la crisi di coscienza della donna che contro ogni regola va a fare visita al ragazzo per capire se è stato condizionato: scopre che è un giovane vivace, pieno di energie e molto confuso, arrabbiato per le pressioni che subisce da tutte le parti per compiere una scelta sulla sua vita. Ma su tutto c’è la Legge, e già si sa immediatamente che lei non potrà decidere se non a favore della trasfusione. Dopo che il ragazzo si è salvato, inizia a tempestarla di audio, di poesie che ha scritto per lei e cerca di convincerla ad ospitarlo a causa sua. Tenta di allontanarlo da lei, ma a caro prezzo. Emma Thompson è brava ed equilibrata, l’astro nascente del cinema britannico Fionn Whitehead è dotato e convincente, Stanley Tucci non da, invece, vigore al suo personaggio. Film bello ma, in definitiva, deludente. Una stimata giudice londinese gestisce sapientemente numerosi casi di diritto familiare, anche i più drammatici quale la decisione di separare due gemelli siamesi. Il lavoro l’assorbe completamente mettendo fortemente in crisi il rapporto con il marito. Mentre affronta le difficoltà del suo privato, si ritrova a dover seguire il caso di un diciassettenne che rifiuta di sottoporsi alla trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la vita. Gli fa visita in ospedale ma non sa che quel incontro sarà decisivo per entrambi.