Terminata a fine 2017, questa commedia romantica basata sul libro scritto da Luca Bianchini - eclettico quarantottenne pugliese noto per essere conduttore radiofonico ma anche sceneggiatore di film quali Io che amo solo te (2015) e La cena di Natale (2016) – assomiglia troppo ad un prodotto televisivo per essere definito cinema vero.
I due titoli erano diretti da Marco Ponti, amico del romanziere dai tempi dell’Università e presente tra gli sceneggiatori di questo, in cui aveva quantomeno tentato di utilizzare dialoghi più interessanti. Impegnato in altri progetti, non è lui il regista di Nessuno come noi. E’ stato scelto Volfango de Biasi, quarantaseienne romano di buon mestiere noto soprattutto per un paio di cine panettoni e per Come tu mi vuoi (2007) con Nicolas Vaporidis e Cristiana Capotondi, nonché per essere l’autore del bel documentario Crazy for football. Poteva essere una buona idea ambientare le storie narrate a Torino e, soprattutto, negli anni ’80. Ma poco è stato fatto per rievocare quel periodo e forse solo la mancanza dei cellulari e la presenza di una colonna sonora con pezzi DOC aiutano a capire che non siamo ai giorni nostri. Un romanticismo con pochi risvolti emotivi, una sceneggiatura carente in varie parti che non supporta quanto narrato, interpreti ai minimi contrattuali, una confezione decorosa e poco più. La storia di formazione, il melodramma, qualche bella inquadratura perdono di interesse per varie cadute di stile con battute volgarotte. Alessandro Preziosi non crede al suo professore spocchioso, l’inglese Sarah Felderbaum carica troppo il personaggio della single, gli altri sono quasi invisibili. Sullo sfondo di una Torino vista attraverso vari stereotipi e coi paninari incombenti, si racconta della vita scolastica di un tranquillo liceo che si trasforma improvvisamente in una triangolazione amorosa in cui tutti finiranno per scoprire che in amore e in amicizia ci sono sia gioia che dolore e per viverli appieno si deve essere disposti a compiere delle scelte, costi quel che costi.