Il fatto che sia stato scelto come testimonial della campagna a favore della tutela dei cani ex combattenti e della Giornata degli Animali promossa dall’ENPA, spiega subito che Zanna Bianca ha una mission da film educativo, capace di trasmettere un messaggio anche ai più piccoli.
Tuttavia, non è un film solo per spettatori under 10, è prodotto ben costruito presentato all’ultimo Sundance Film Festival. Il giovane regista non vuole mettersi in competizione coi prodotti d’oltreoceano, e questa umiltà rende ancora più gradevole quanto realizzato. È un’opera che si accosta al grande capolavoro di Jack London con umiltà, senza mai voler far divenire la regia protagonista del film. L’intelligenza e la capacità di mettersi da parte per nulla togliere alla magia del romanzo la si deve ad Alexandre Espigares, vincitore dell’Oscar nel 2014 per il suo delizioso corto di coproduzione franco belga Mr Hublot (2013). Innegabilmente a suo agio nel passaggio al lungometraggio, riesce a fare vivere emozioni coinvolgenti a spettatori di varie età. Tra le sue fonti di ispirazione ci sono lo spaghetti western amato soprattutto attraverso due film di Sergio Corbucci, Django (1966) con Franco Nero e Il grande silenzio (1968) interpretato da Jean-Louis Trintignant e Klaus Kinski. Ma si sente ispirato anche da Corvo Rosso non avrai il mio scalpo (Jeremiah Johnson, 1972) di Sidney Pollack con Robert Redford e Conan il Barbaro (Conan the Barbarian, 1982) di John Milius con Arnold Schwarzenegger. Il gusto per l’avventura è indispensabile per meglio raccontare questo mondo dove ogni cosa è votata alla sopravvivenza. È entrato nel progetto (iniziato nel 2012) quando la struttura grafica creata da Stéphane Gallard e Antoine Poulain era praticamente completata, col design realista ma anche esagerato (spesso le proporzioni dei personaggi erano sfasate rispetto alla realtà). Ha saputo utilizzare tutto in maniera molto professionale con un risultato non certo deludente. Le tecniche usate sono, oltre la tradizionale animazione, la motion capture rielaborata col Key Frame, sistema che aiuta a creare collegamenti tra le varie scene interpretate da attori aggiungendo immagini da loro non girate. Voce narrante è quella di Toni Servillo che, dopo l’analoga esperienza ne Il piccolo principe (Le Petit Prince, 2015), conferma la sua capacità di essere attore a 360 gradi. Zanna Bianca è un lupo con un quarto di sangue di cane, è fiero e coraggioso, affronta tutto con valore e per questo sarà vittima della crudeltà dell’uomo. Dopo essere cresciuto nel Grande Nord, viene accolto da Castoro Grigio e la sua tribù di nativi americani. Qui è protetto dalla comunità, ma dovrà farsi accettare dagli altri cani. Il nativo sarà costretto a cederelo ad un uomo crudele che lo obbligherà a trasformarsi in un cane da combattimento. In fin di vita, sarà salvato da una coppia che con l’amore insegnerà a Zanna Bianca a dominare il suo istinto selvaggio e a diventare il loro migliore amico.