Sesta puntata delle avventure di questo agente segreto nato in televisione nel 1966 creato da Bruce Geller e trasformato in una incredibile macchina da soldi grazie alla presenza di Tom Cruise per cui è ormai il personaggio di punta. Ventidue sono gli anni trascorsi dall'uscita del primo capitolo, diretto da Brian De Palma, e continua ad essere vincente.
Ethan Hunt, un tutt’uno col suo team IMF, ha bisogno più di buone scene d’azione che dialoghi interessanti e qui, con una sceneggiatura assolutamente povera, raggiunge il massimo divertendo e coinvolgendo. È più drammatico del solito, ogni cosa si trasforma in momenti adrenalinici ma funziona davvero. Diretto e scritto dal cinquantenne Christopher McQuarrie, già responsabile del buon Mission: Impossible - Rogue Nation (2015) ma anche vincitore di un Oscar per la sceneggiatura de I soliti sospetti (The Usual Suspects,1995), è creato a tavolino per soddisfare le esigenze di un pubblico che va al cinema solo se la spettacolarità li convince di vedere un film sul grande schermo. A 56 anni di età, vantandosi di non usare controfigure (anche se qualche dubbio lo abbiamo), Tom Cruise è al centro di una corsa senza fine in cui la posta è la sua sopravvivenza. Nulla di nuovo, sviluppi rigorosamente prevedibili, ma è un trionfo a livello mondiale. Del resto, la magia nasce già dai titoli di testa con lo splendido brano composto dall’argentino Lalo Schifrin - giustamente mai cambiato - e proposto in un arrangiamento che conserva il fascino dell’originale. Dopo una missione fallita è molto difficile tornare ad essere credibili. Ma Ethan Hunt, assieme ai suoi collaboratori di sempre ed a nuovi alleati, ci riesce in maniera egregia, anche se spesso rischia di dovere affrontare un’ulteriore sconfitta.