Per meglio capire lo spirito che ha fatto nascere questo film, per condividere emozioni difficilmente presenti in commedie apparentemente scacciapensieri, per intendere che Singapore assomiglia a tante grosse città occidentali ma è profondamente orientale, bisogna conoscere qualcosa dell’autore del best seller da cui è tratto.
Poco più che quarantenne, Kevin Kuan ha vissuto nella città stato fino agli undici anni per poi trasferirsi con la famiglia negli Stati Uniti. Ventenne ha iniziato ad essere un nome di riferimento per la cultura, soprattutto quella off. Per demonizzare un suo grave dolore, ha iniziato a valutare alla possibilità di diventare scrittori. Mentre scriveva Crazy Rich Asians, nel 2009, si prendeva cura del padre che stava morendo di cancro. Lui e suo padre ricordavano la vita a Singapore durante i viaggi da e per gli appuntamenti medici per cui non sorprende se ha iniziato a pubblicare storie tese a catturare quei ricordi. Il romanzo è divenuto il primo di una breve serie, tutte legate a quel mondo, i cui diritti cinematografici sono già stati acquisiti da alcune major. Nonostante le due ore, il film non ha mai momenti di stanca, non è mai banale e, anzi, spesso coinvolge. Pur nella sua leggerezza, il film ha saputo descrivere il riappropriarsi dello scrittore con le proprie radici. Lo scontro di civiltà che racconta fa pensare alla protesta degli attori asiatici nei confronti di quelle major che si ostinano a ingaggiare artisti caucasici per produzioni di ambientazione cinese, protesta di cui è convinta portavoce Constance Wu, a cui il regista Jon M. Chu – con una frenetica attività che lo porta a dirigere di tutto, dai documentari agli spot pubblicitari, dai video a prodotti televisivi - ha affidato il ruolo della protagonista. Vuole dimostrare, e ci riesce, che i veri ricchi non siano solamente i magnati occidentali, arabi e russi, ma anche quelli cinesi. È un’allegra analisi sociale che accetta il rischio di farsi bonariamente beffe della stupidità di tanti figli di papà che adorano lo shopping. Tutto all’interno di una storia apparentemente banale e priva di grandi colpi di scena. Una ragazza newyorkese di origini cinesi accompagna l’eterno fidanzato al matrimonio del suo migliore amico a Singapore. È la prima volta che va in Oriente ed è felice, ma anche nervosa perché conoscerà la famiglia dell’uomo. Ben presto scopre che lui non le aveva detto molte cose fra cui che il compagno è il discendente di una delle famiglie più importanti del Paese, un vero scapolo d’oro ambito dalle ragazze locali. Lei diventa il bersaglio di tante arrabbiatissime ragazze del posto ma anche della madre di lui che sembra non approvare la scelta del figlio. Complicazioni a non finire anche se l’amore trionferà.