La saga Star Wars iniziata nel 1977 con film Guerre stellari continua il suo viaggio all’indietro presentandoci le origini dei suoi personaggi. È ora la volta del protagonista Ian Solo, un pilota abilissimo e spericolato che, assieme a Chewbecca (soprannominato Chewbe) uno Wookiee alto più di 2 metri, conduce la nave spaziale Millennium Falcon.
In Solo: A Star Wars Story ne seguiamo le vicende a partire dalla ribellione giovanile, l’arruolamento nell’aviazione imperiale, l’incontro con lo Wookiee, il sodalizio forzato con Lando Calrissian (Donald Glover) e a quello con il bandito e traditore Tobias Beckett (Woody Harrelson). Dopo J. J. Abrams (Star Wars: Il risveglio della Forza), Gareth Edwards (Rogue One) e Rian Johnson (Star Wars: Gli ultimi Jedi) è Ron Howard a prendere il timone della storia. Soprattutto è importante il passaggio dell’etichetta dal fondatore George Lucas, ai dirigenti dalla Walt Disney che hanno investito un bel po’ di milioni (di dollari) nel progetto sperando di trarne utili adeguati. In sostanza ci troviamo in presenza di un western adulto reso particolarmente affascinante dall’utilizzo sapiente della tecnologia computeristica. Gli scenari naturali sono maestosi e sono stati trovati a Fuerteventura, nelle isole Canarie, in Spagna e, in Italia (Tre cime) mentre la parte tecnica è nata soprattutto in Inghilterra negli studi di Pinewood. Ne è nato un film d’avventura di taglio moderno con soluzioni tecnologiche (il treno ad alta velocità che corre inclinandosi a seconda delle necessità fra le montagne!) di grande impegno e di impatto decisamente spettacolare, ma nulla oltre il buon prodotto commerciale.