Difficile valutare questo film imperfetto che ha, comunque, momenti interessanti e divertenti. Ispirato ad un film d’oltralpe di successo, mai distribuito in Italia, ne prende lo spirito e l’idea dei professori veri casi umani. Les Profs (2013), diretto, scritto e interpretato dall’attore comico Pierre-François Martin-Laval, era una buona traslazione di un comic book molto letto in Francia.
A quello seguì un secondo episodio nel 2015 ma con minore successo. Non è il primo caso che, per una certa distrazione, non vengono proposti sui nostri schermi prodotti con caratteristiche di successo, ma in questo caso la presenza di un volto noto come quello di Christian Clavier rende ancora più incomprensibile questa scelta. Discretamente sceneggiato, ma con la paura di essere troppo serioso per piacere al grande pubblico, è un’opera spuria difficilmente catalogabile se non nell’oceano dei film in cui sono state sprecate buone intuizioni. A dirigere un uomo per tutte le stagioni, Ivan Silvestrini, regista di buone qualità che spazia un po’ in tutti i filoni. Basterà ricordare alcuni suoi titoli: debutta nel lungometraggio Come non detto (2012) con Monica Guerritore per poi proseguire con il drammatico 2night (2016) ed il curioso film di fantascienza Monolith (2016) girato negli Stati Uniti con un soggetto interessante. Qui si mette al servizio di un film in cui è difficile far coesistere le varie identità dei 7 professori con citazione, nella scena iniziale del loro arrivo a scuola, de I sette Samurai (Shichinin no samurai, 1954) di Akira Kurosawa. Il risultato è un decoroso prodotto in cui manca una vera coesione e dove si mescolano vari modi di intendere il cinema comico. Questo offre qualche sorriso ma non un’occasione per ridere di gusto e pensare. Claudio Bisio è un professore di matematica geniale ma svogliato, Maurizio Nichetti è uno splendido professore tra le nuvole, Lino Guanciale è un insegnante timido e impacciato, Shalana Santana la bella e poco considerata docente di italiano, Pietro Ragusa il filosofo che per spiegare Rousseau fa uscire tutti nudi in giardino (forse uno dei personaggi meno riusciti); Alessio Sakara, è il palestrato insegnante di ginnastica che sotto i muscoli ha una preparazione umanistica, Maria Di Biase è la docente di inglese che usa metodi strani ma che riesce a fare sorridere anche il pubblico. Come super bocciato c’è il notissimo rapper Rocco Hunt che se la cava decorosamente. Mentre in molti festeggiano le promozioni all’esame di maturità, al liceo Alessandro Manzoni c’è grande preoccupazione: solo il 12% degli studenti è riuscito a conseguire il diploma. Il Manzoni ha un primato assoluto: è il peggiore liceo d’Italia. Non sapendo più che soluzioni adottare, il preside deve accettare la proposta del Provveditore di reclutare i meno considerati insegnanti in circolazione selezionati dall’algoritmo ministeriale nella speranza che dove hanno fallito i migliori, possano riuscire i peggiori. Obiettivo: avere almeno il 50% di promossi. Così il Liceo rinnova il corpo insegnanti con sette professori veramente speciali, ciascuno dei quali segue un proprio progetto didattico rivoluzionario e un proprio personalissimo metodo di insegnamento con risultati disastrosi. Lieto fine.