Nonostante la proibitiva lunghezza ed una certa mancanza di colpi di scena, il film, tratto dalla vita di una ragazza eccezionale con una vita esagerata, riesce ad essere sempre interessante e neppure la poco funzionale presenza di un bolso Kevin Costner riesce a ridurre il piacere per un prodotto ben realizzato che mai urla i pur drammatici contenuti, ma crea un’atmosfera da commedia sofisticata dove l’attenta sceneggiatura sa inserire – senza forzature – i momenti di maggiore impatto emotivo.
Figlia di un agiato psicologo che da lei e dagli altri due figli pretendeva il massimo, era diventata campionessa di free styling ma, per un grave incidente di gara aveva smesso, mentre i fratelli erano tra i migliori della nazionale statunitense. La sua rinuncia a iscriversi all’Università, vista come un’eccessiva normalizzazione della sua vita, e la decisione, per sopravvivere, di fare la cameriera in bar dalla non eccezionale reputazione, è il passaggio per la vita raccontata nel film, che si occupa dei momenti positivi di un’esistenza sempre in prima linea dove ottiene la gloria ma anche pestaggi dalla mafia russa a cui non vuole cedere nulla delle sue attività legate al gioco d’azzardo. A coordinare tutto – come regista e sceneggiatore – è Aaron Sorkin, vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura non originale di The Social Network (2010), biografia di Mark Zuckerberg, creatore di Facebook. A lui vanno ascritti anche gli script di La guerra di Charlie Wilson (Charlie Wilson's War, 2007), L'arte di vincere (Moneyball, 2011) e Steve Jobs (2015), sempre basati su storie vere. Questa sua specializzazione gli ha permesso di trarre il massimo anche da questa storia che, pur non essendo importante come le precedenti, avrebbe rischiato di finire male. Forse qualche sforbiciata avrebbe aiutato a rendere ogni cosa leggermente più fluida, ma come opera prima questo è un piccolo peccato veniale più che giustificabile. Come dicevamo, negativo in assoluto Kevin Costner come padre pentito: pessimo il personaggio, poco riuscita l’interpretazione. L’avvocato della ragazza è il professionale Idris Elba, la protagonista è Jessica Chastain assolutamente in parte. La quarantenne californiana, già candidata a due Oscar, vive con credibilità i vari passaggi della vita di questa antieroina odiata da tanti, amata fino a quando conta, abbandonata nel momento del bisogno. Molly Bloom è una giovane sciatrice olimpica che, dopo grave incidente di gara, abbandona il mondo del Circo bianco per una vita sempre avventurosa. Dopo avere fatto la barista e poi la segretaria di un uomo che operava ai limiti del lecito, diventa organizzatrice di un giro di poker clandestino, prima di essere arrestata dall’FBI. Fra i giocatori c’erano nomi celebri di Hollywood, campioni dello sport, importanti uomini d'affari e infine, senza che ne fosse a conoscenza, la mafia russa. Il suo unico alleato è l’avvocato difensore Charlie Jaffey, che si è rende conto che Molly era ben diversa – a suo modo onesta - di quanto la stampa abbia fatto credere. Il processo, la riconquista di una sua credibilità, i debiti, il desiderio di ricominciare daccapo.