Jeremy Dyson e Andy Nyman sono noti in Gran Bretagna, dove lavorano molto in televisione e in teatro con buoni risultati. Cinquantaduenni, amici (e collaboratori) da sempre, hanno legato i loro nome principalmente al gruppo comico The League of Gentlemen attivissimo alla BBC dove ha anche realizzato uno show ironizzando sull’horror.
Nel 2009 hanno scritto copione teatrale Ghost Story che è stato rappresentato com successo a Londra, Toronto, Mosca, Sydney, Parigi. Nel 2016 hanno deciso di trasporlo sul grande schermo con Andy Nyman anche protagonista. Hanno pensato ad una struttura lievemente differente da quella della commedia, e questa è stata la scelta vincente. Il film racconta tre storie di fenomeni paranormali come vicende a sé stanti, indipendenti una dall’altra e collegate solo dalla presenza di uno psicologo – intrattenitore televisivo che da sempre ha votato la sua vita alla denuncia di truffe nel mondo degli spiriti. Le parti più interessanti e più cariche di contenuti, a tratti svianti, sono all’inizio e alla fine con un insieme di situazioni che rischiano di capovolgere completamente quello che era stato fatto passare quale inconfutabile realtà. All’inizio è proposto un film apparentemente convenzionale con tanto di persone possedute da spiriti malevoli per poi far dubitare di ogni cosa. Citazioni di Sam Raimi, della tradizione horror nella versione della britannica Hammer, il tutto in un film raffinato, intelligente, intrigante, coinvolgente e capace di fare credere che il nero bianco e viceversa. Attori di varia estrazioni ma tutti particolarmente ben scelti, colore che tende verso tonalità neutre, qualche urlo solo per ironizzare sul filone, Na nonostante questa scelta, la paura è presente nella narrazione senza deludere nemmeno gli appassionati del genere. Nel loro debutto nel lungometraggio questi cineasti hanno dimostrato di conoscere bene il mezzo, di giostrare amabilmente nelle citazioni di opere che li hanno preceduti, di essere potenzialmente autori su cui puntare. Gli incassi non sono stati elevati, ma la rinuncia a certo trash li ha sicuramente penalizzati. Un investigatore televisivo del paranormale non crede ad un mondo parallelo di spiriti. Ha il mito un uomo scomparso da venti anni che in televisione lo aveva preceduto. Quando questi si mette in contatto con lui vede il suo entusiasmo deluso nel trovare una persona convinta che il soprannaturale esista. Affida al collega tre casi per lui inspiegabili, sperando che sappia risolverli e gli dica di non aver gettato la sua vita. Il primo caso riguarda un guardiano notturno che ritiene di essersi imbattuto in un fantasma, il secondo un giovane che sostiene di aver incontrato una creatura demoniaca, il terzo un uomo di successo la cui casa è infestata da poltergeist.