Sembra incredibile, quasi una favola nella favola, che alla base di questo film in cui si mischia animazione con il mondo del cinema umano ci sia qualcosa di antico, pieno di fascino e magia. Ci sono gli acquarelli di Beatrix Potter, raffinatissimi, con i suoi paesaggi tenui da campagna inglese abitati da rasserenanti creature antropomorfe.
La ranocchia pescatrice, il porcellino Robinson, Jemima l'anatra e Peter, il coniglio disubbidiente, che la scrittrice/illustratrice ma, soprattutto, attenta naturalista - nel primo dei 23 libri della serie, The Tale of Peter Rabbit (Il racconto di Peter Coniglio, 1902) - faceva punire dalla sua mamma con il più terribile dei castighi: andare a letto senza cena. Il film è un adattamento cinematografico della serie televisiva basata a sua volta su questi racconti e nel passaggio perde molto del fascino creato dalla scrittrice. Beatrix Potter, grazie agli introiti ottenuti dai primi libri ed a una ricca eredità avuta dalla zia, comprò varie fattorie nel Distretto dei Laghi e qui creò il mondo magico poi illustrato e raccontato negli ulteriori romanzi venduti in oltre 100 milioni di copie. Nulla da eccepire sul buon lavoro fatto da Will Gluck, regista molto attivo in televisione, noto al cinema per decorose commedie quali Annie - La felicità è contagiosa (Annie, 2014), Amici di letto (Friends with Benefits, 2011) e Easy Girl (Easy A, 2010), tutte accolte positivamente dal grande pubblico. Utilizza l’animazione come mezzo tecnico e non narrativo, creando una storia d’amore tra i due umani, lotte e odio fomentati dai personaggi nati dalla matita dell’autrice. Diviene uno dei tanti buoni prodotti creati per la fascia familiare in cui è garantito un divertimento che dura quanto il film – e non è certo un risultato da considerare insoddisfacente – ma lo si dimentica subito dopo. Peccato, perché Peter Rabbit è un personaggio ricco di sfaccettature, in grado ancora oggi di fare credere ai più piccoli al mondo delle fiabe e non merita di divenire un seppur valido prodotto usa e getta. Peter Rabbit, rimasto ad accudire le sorelle e gli animali della fattoria da solo dopo la morte della madre, continua a servirsi, senza essere invitato, del bel orto di Mr. McGregor che fa di tutto per tenerlo lontano assieme ai suoi accoliti. L’anziano muore d’infarto, i conigli se ne rallegrano pensando di essere divenuti loro i padroni di quell’Eden, ma arriva un nipote dell’uomo che è stato licenziato dal reparto giocattoli di Harrod’s, e vuole vendere tutto per comprare un negozio per i suoi peluche. L'ostilità tra Peter Rabbit e l’erede di McGregor raggiunge limiti di guardia quando arrivano a contendersi l'affetto della loro vicina di casa, una ragazza adorabile e amante degli animali.