I fratelli Spierig, sorridenti registi horror con film di diversa qualità, hanno ottenuto da Hollywood finanziamenti e fiducia tanto da poter contare per questo loro ultimo lavoro sulla bravura della ultrasettantenne Hellen Mirren, Premio Oscar, una capacità che la porta a visitare tutti i generi e a interpretare film anche mediocri da cui è sempre uscita vincitrice.
Anche con questo horror – il primo che interpreta – offre una prova di grande professionalità fornendo al personaggio una credibilità che viene più dalle sue capacità che non dalla sceneggiatura. I tedeschi naturalizzati australiani Michael e Peter Spierig hanno scelto il mondo della paura per proporre i loro film. A volte raffinati, spesso impegnati in prodotti scontati e dove gli schizzi di sangue contano più dei dialoghi. Dopo il mediocre film di debutto, Undead (2003), ambientato in un villaggio di pescatori, hanno atteso sei anni per trovare produttori – questa volta anche statunitensi – disposti a finanziare Daybreakers - L'ultimo vampiro (Daybreakers, 2009), un testo, nel suo genere raffinato e non privo di qualche spunto interessante. Ancora 5 anni e la realizzazione di quello che è considerato il loro film più riuscito, Predestination (2014) ottimamente interpretato da Ethan Hawke. Grazie al successo ottenuto, hanno firmato una ennesima puntata di Saw, Saw legacy (Jigsaw, 2017), che segna il trionfo della paura creata con effetti ed effettacci poggiati su di una sceneggiatura di rara violenza. In questo ultimo lavoro, limitati dai produttori, hanno realizzato un’opera che non soddisfa gli appassionati ad oltranza, né riesce ad essere una commedia drammatica interessante. Partendo da un fatto realmente accaduto – la magione ne è un’ulteriore conferma – non sono riusciti a costruire una vicenda interessante in cui la vicenda esca da schemi scontati. Eppure si poteva tentare di costruirle addosso alla protagonista una storia meno banale di quella che supporta quasi cento minuti di buon cinema – tecnicamente parlando – ma non interesse da un punto di vista cinematografico. Fantasmi, bimbo posseduto, psichiatra che si convince delle tesi della protagonista, spiriti che abitano la casa. È scontato far vedere allo scoccare della mezzanotte Hellen Mirren con un velo nero sul capo che attraversa i corridoi di casa Winchester per andare a far visita ai suoi demoni, demoni che per lei, che ha perso marito e figlioletta, sono divenuti una specie di famiglia. Lo psichiatra Jason Clarke scompare di fronte alla bravura dell’attrice britannica, gli altri hanno troppo poco spazio. La Winchester House – dove è ambientato il film - è una gigantesca dimora costruita in California e residenza di Sarah Pardee, vedova dell'industriale delle armi William Wirt Winchester. La si è iniziata a costruire nel 1884 e da allora è stata ininterrottamente ampliata per 38 anni. Conta oltre duecento camere ed è nota come Winchester Mystery House. L’ereditiera della celebre industria è convinta di essere perseguitata dalle anime uccise dai fucili dell'azienda di famiglia. Dopo la morte improvvisa di suo marito e di sua figlia, Sarah dedica giorno e notte alla costruzione di una enorme magione progettata per tenere a bada gli spiriti maligni. Quando uno scettico psichiatra viene inviato nella tenuta per valutare il suo stato mentale, scopre che…