Chiamami con il tuo nome di Luca Guadagnino è un film sull’amore omosessuale e sul percorso di crescita di un giovane. Siamo nell’estate del 1983 e un professore universitario d’archeologia ospita nella sua villa del XVII secolo, vicino a Crema (ove vive il regista), uno studente americano, il ventiquattrenne Oliver, che sta lavorando al dottorato.
Nella magione abitano anche altre persone fra cui il diciasettenne Elio, figlio del padrone di casa. È una piccola comunità ebraica superficialmente attenta alle tradizioni religiose. Elio s’innamora di Oliver e ha con lui un’esperienza sessuale in parallelo con un’altra, consumata con una ragazza del vicinato. L’estate volge al termine, l’americano riprende la via di casa e si farà sentire solo in pieno inverno per annunciare che sta per sposarsi anche se non dimenticherà mai quanto accaduto nell’estate. Il regista e James Ivory, autori della sceneggiatura, hanno tratto il film dall’omonimo romanzo di André Aciman, pubblicato una decina d'anni or sono e ambientato sulla riviera ligure. C’è stata, dunque una doppia modifica: di luoghi e nel tempo. Quest’ultimo elemento stride abbastanza con lo spirito del discorso che il padre rivolge al figlio, una riflessione intrisa di tolleranza e con un'apertura sessuale incongrua con l’epoca scelta del cineasta per ambientarvi la vicenda. In altre parole tutto sembra più rivolto al presente che non a un recente passato, per cui anche i triboli e le titubanze erotiche del protagonista appaiono più programmate che realistiche. Resta il percorso di crescita del ragazzo, una strada che si snoda sia attraverso la scoperta, duplice, del sesso, sia nel corpo di una consapevolezza dell’essere ebrei, in una società si gentili, che appare appena accennata e ben poco approfondita. In conclusione un film costruito con grande abilità, ma non del tutto soddisfacente per quanto concerne i temi affrontati.
