L’ora più buia dell’inglese Joe Wright racconta alcuni giorni nella vita di Sir Winston Leonard Spencer Churchill (1874 – 1965), primo ministro britannico nel momento di maggior forza dell’aggressione hitleriana ai paesi europei.
Olanda, Belgio, Polonia e Cecoslovacchia erano già cadute e le truppe tedesche stavano per entrare a Parigi. quando il re Giorgio VI accolse l’indicazione del parlamento e nominò Winston Churchill primo ministro in sostituzione del debole e pacifista Neville Chamberlain (1869 – 1940) che aveva firmato i famigerati accordi di Monaco con il dittatore tedesco e Benito Mussolini. Il bulldog inglese fu chiamato a guidare un governo di coalizione con i laburisti. Apertamente antitedesco, perlomeno quanto sarà anticomunista nell’immediato dopoguerra come testimonia il suo il rilancio della definizione cortina di ferro, riferita ai paesi entrati nell’area sovietica e lanciata dall’università di Fulton, negli Stati Uniti, in un discorso del 1946. Il film segue i giorni cruciali in cui l’invasione dell’isola da parte delle truppe del Reich sembra questione di ore, sino allo sganciamento di gran parte degli eserciti britannico e francese dalla sacca di Dunkerque. E‘ un film tipicamente inglese costruito con cura e con scenografie che ricalcano con precisione i luoghi in cui la vicenda di è svolta. Una storia biografica non priva di libere interpretazioni o di tradimenti funzionali al racconto. In definitiva un film di grande professionalità il cui punto focale è l’esaltazione del coraggio del popolo inglese e del suo primo ministro di fronte alla minaccia nazista. Da questo punto di vista lo si potrebbe considerare un prodotto retorico e propagandistico, se non si tenesse presente la forza con cui gli inglesi e, in particolare, i londinesi contrastarono la minaccia hitleriana anche quando sembravano soli a arginare lo strapotere della Wermacht.