La candidatura di Hellen Mirren al Golden Globe come migliore attrice ci sta, eccome. L’attrice britannica di origine russa, film dopo film, dimostra grande bravura e riesce a rendere credibile qualsiasi personaggio le venga offerto. Con lei non ha certo demeritato l’ottantaduenne canadese Donald Sutherland, preciso nella resa di un professore di lettura che l’Alzheimer ha privato perfino del piacere di leggere.
Il film si basa fin troppo sulle loro performance e nella sceneggiatura, in cui sono presenti Francesca Archibugi e lo scrittore Stephen Amidon di cui Virzì aveva traslato nel 2013 il bel romanzo Il capitale umano (Mondadori Editore) qui alla prima esperienza nello script cinematografico. Tutti gli altri personaggi spariscono in un comune oblio, compresi i due figli della coppia utilizzati drammaturgicamente in maniera insoddisfacente. Nel lungo on the road sulla Route 1, che porta l’innamoratissima copia fino alle Key Islands (note anche come Florida Keys) con la visita alla casa di Ernest Hemingway idolo del protagonista, luogo simbolo di un Paradiso che nella vita si deve conoscere, ci sono incontri con un’umanità varia utilizzata unicamente per rinforzare il vigore drammatico della coppia di anziani. Tutto appare fin troppo scritto, quasi che il regista temesse, girando per la prima volta in inglese, che qualche cosa non pensata a tavolino potesse inficiare la narrazione. Un taglio quasi teatrale, lo scarso ritmo, il mancato coinvolgimento emotivo, l’utilizzo dei luoghi quasi solo in chiave turistica, privano il film della forza che avrebbe potuto possedere. Cambiate le location in confronto rispetto al romanzo di riferimento che terminava a Disneyland, inseriti personaggi (o riletti dagli sceneggiatori) poco interessanti quali i motociclisti dall’aspetto minaccioso che aiutano l’anziana a raggiungere il marito o la famigliola vicina di piazzola che sopporta la lezione di letteratura serale e scappano al mattino per non incontrarli o i giovani delinquenti che si fanno gabbare dalla Mirren per tacere delle cameriere dei fast food, tra cui una laureata con una tesi proprio su Il vecchio ed il mare di Hemingway. C’è anche un colpo di scena che tale non è per gli spettatori più attenti che possono dedurlo da varie frasi dette dallo smemorato insegnante. Il regista conferma la sua professionalità ed il desiderio di affrontare nuove avventure: in questa occasione, non è riuscito nell’intento di realizzare un film da ricordare. Da sottolineare l’ottimo doppiaggio che ha dato ai protagonisti le voci di Ludovica Modugno e di Giancarlo Giannini. Una coppia affiatatissima, lei col tumore e lui ex professore con l’Alzheimer, fuggono dai figli che, per il loro bene li separerebbero. La donna finirà ricoverata in ospedale per essere curata, lui cadrà progressivamente nella demenza. I due salgono sul vecchissimo camper The Leisure Seeker (Cercatore di piacere), con cui facevano vacanze familiari, percorrono la Route 1 e rivivono episodi della loro vita. La destinazione finale è la casa di Ernest Hemingway – vero idolo dell’uomo – e le Key Island. Sono molti momenti drammatici. Altri sono più rilassati, è una involontaria confessione con la certezza che condivideranno sempre tutto.