L’irlandese Rob Kennedy aveva scritto e diretto, nel 2013, un mediocre horror low cost che aveva ottenuto poco riscontro anche col pubblico. Non si capisce bene la ragione, ma si è pensato di farne un remake, ovviamente sempre a basso costo, affidandolo anche come sceneggiatura a Travis Zariwny, autore del terribile Intruder (2016) e del non meno brutto Cabin Fever (2016) che aveva debuttato nel lungometraggio col pessimo film di fantascienza Scavengers (2013).
Come spesso accade davanti a questi prodotti, il maggiore rischio per lo spettatore è quello di addormentarsi. La tensione è difficile da creare, ma ancora di più lo è un minimo di feeling tra chi guarda e chi dà vita a quanto scorre sullo schermo. The Midnight Man non è peggiore di tanti altri dello stesso filone: il suo problema è di essere arrivato dopo tanti altri troppo simili, alcuni dei quali con maggiore attenzione alla confezione. Sicuramente non è il più brutto realizzato da questo cineasta ma, se si pensa che nello stesso anno ha sceneggiato e diretto da solo tre titoli, si capisce che difficilmente poteva ottenere un’alta qualità. Per dare una patina di serietà al progetto, si è scomodato il settantenne Robert Englund qui impegnato nel ruolo di un poco credibile medico chiamato al capezzale della nonna della protagonista, lui stesso coinvolto quando era ragazzo in questo gioco mortale. Non è mai stato interprete eccelso, ma con una sceneggiatura raffazzonata ed un regista non certo di primo livello fornisce una prova meno che mediocre. La settantaquattrenne Lin Shaye recita sicuramente meglio, ma il suo personaggio è stato modellato a colpi di piccone. È la figura più importante della la storia, ma a lei il regista non ha proposto battute e situazioni interessanti, trasformandola in una strana creatura di cui si definiscono i caratteri solo verso la fine, ma senza sorpresa. Gli altri sono tutti poco noti e fanno il possibile per offrire un minimo di professionalità. Nel 1956, nella soffitta della casa in cui vive la famiglia Luster alcuni ragazzini trovano un vecchio gioco e, seguendone le regole, sono coinvolti in una partita che li porterà alla morte a causa dell’uomo della mezzanotte. Si salva solo la nonna di Alex, la stessa che 60 anni dopo ritrova la scatola in cui è racchiuso un contenuto che porta alla morte. Risveglia l'uomo di mezzanotte, un essere malvagio che trasforma i peggiori incubi in realtà. La ragazza e due suoi amici, che hanno ritrovato la scatola, inizieano a giocare capendo quasi subito che, se non ne rispetteranno le regole, per loro esisterà solo la distruzione. Forse il malvagio non aveva smesso di uccidere in quel lungo periodo e, soprattutto, lui non rispetta le norme del gioco.