Squadra vincente non si cambia e nel caso di questo film la scelta di aver fatto un clone sembra gradita dal pubblico. Tuttavia Bad Moms: Mamme molto cattive (Bad Moms, 2016) era davvero irriverente e spesso in grado di far sorridere, mentre qui si ha l’impressione che la fretta di sfruttare l’inaspettato successo abbia permesso solo di creare una sbiadita fotocopia in cui i cambiamenti in confronto al primo sono legati più alla cronica mancanza di occasioni per sorridere che non a trovate vincenti.
Si raddoppia il numero delle mamme (alle tre originarie si aggiungono le loro genitrici) ma non certo il piacere di subire dialoghi non scorretti bensì volgari, inseriti in una commedia fin troppo convenzionale ed incapace di coinvolgere che è un ibrido senza una specifica fascia di spettatori. Ha prevalso l’esigenza di sfruttare il Natale rispetto al tentativo di rinforzare quanto fatto di buono nel precedente, quindi, la necessità di fare in fretta senza pensare troppo alla qualità. Costato 28 milioni, fino ad ora ne ha incassati circa 80, segno che il pubblico ha sempre il desiderio di film spensierati e può essere particolarmente di bocca buona; ma Jon Lucas e Scott Moore, creatori di quella che potrebbe divenire un serie, non hanno ripagato la fiducia con un prodotto quantomeno decoroso, che non offenda il buon gusto. In questo caso il film è finanziato da capitali cinesi, in una scalata a Hollywood che inizia a preoccupare. La giapponese Sony è riuscita ad ottenere un suo spazio americanizzando il suo stile produttivo ed ora, dopo gli arabi, tenta la stessa avventura con una società che non si limita a portare il contante. Sceneggiatori di buon successo, Lucas e Moore, lavorano sempre assieme e qui firmano il loro terzo film da registi. Il primo titolo, Un compleanno da leoni (21 & Over, 2013), aveva già dimostrato quale fosse il loro modo di intendere la commedia ma in questo caso dimostrano limiti davvero notevoli, Sembra si siano arenati in una secca da cui non riescono a liberarsi. Gli uomini, che servono solo come mariti o compagni delle protagoniste, fanno figure ancora più meschine e difficilmente rimarranno nella mente del pubblico. Come, del resto, figli e gli altri personaggi. Una delle nonne è Susan Sarandon, sempre più incapace di recitare, che offusca il valore che aveva in passato. Mila Kunis, Kristen Bell e Kathryn Hahn ripetono i loro personaggi di cui ci danno solo una stanca esteriorità. Le tre amiche di mezza età, dopo le disavventure del primo film, si sentono molto vicine anche perché su di loro incombe il peso dei preparativi per Natale e l’arrivo delle rispettive madri. Tutto è occasione per sciorinare volgarità a valanga.
