Delle quattro sorelle Comencini Francesca è la più giovane e, probabilmente, la più interessata a temi drammatici. Dopo i fatti di Genova ha firmato uno dei suoi documentati meglio riusciti - Carlo Giuliani, un ragazzo (2002) – ma è solo uno dei suoi titoli: uno dei quali è Nuove Terre (2015) e fa parte di un progetto di cinque film finanziato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nell'ambito delle iniziative per Expo 2015 che avevano come filo conduttore l'agricoltura sociale.
Con suo film del debutto, Pianoforte (1983) cosceneggiato con Vincenzo Cerami e montato da Ruggero Mastroianni, ha dimostrato di prediligere i drammi che spesso si trasformano in melò. Non fa eccezione Amori che non sanno stare al mondo tratto da un suo romanzo ed in cui il tentativo è di raccontare l’amore, di farlo capire e vivere allo spettatore. Tuttavia la scelta di inserire scene e situazioni spesso scollegate tra loro, con salti di tempo e luogo che creano una certa confusione, tutto questo riduce il film ad un’opera incompiuta fatta di tante buone intenzioni ma di un risultato finale deludente. L’uso del nudo è parte importante nell’economia del racconto e varie volte si sostituisce alle parole o sottolineano dialoghi. L’integrale iniziale di Thomas Trabacchi ed i suoi vari amplessi con Lucia Mascino ed altre attrici danno l’impressione di essere utilizzati per evitare cadute di ritmo, di tensione narrativa, di interesse ma anche di comprensione di quanto accade all’interno degli amori. La regia sembra condizionare molto la recitazione degli attori che a tratti danno l’impressione do essere fin troppo imboccati e limitati nelle loro possibilità narrative causa indicazioni castranti della regista. Il torto ed è anche il maggiore pregio della regista, è di amare moltissimo il suo romanzo e non volerlo tradire. La scelta di essere unaa delle sceneggiatrici non le permette quel minimo di distacco, quella rielaborazione della vicenda scritta necessaria ad avere una convincente trasposizione cinematografica. A questo si aggiunge un sonoro non sempre intellegibile che non fa bene intendere quanto inserito nei dialoghi. Novanta minuti in cui non sempre l’interesse è presente, interpreti quasi tutti al femminile che danno vita a personaggi molto stereotipati. Claudia è una docente universitaria che litiga violentemente, durante un simposio, con un collega. Tra i due nasce un amore forte e travolgente in cui si alternano momenti di grande passione con lunghissimi periodi di crisi. Lei vive per lui ma, senza volere, lo asfissia e, nello stesso tempo, non riesce a capirne le esigenze. Lui è particolarmente indeciso ed è soggetto a facili innamoranti per donne anche molto più giovani. La fine della relazione è traumatica per la donna che, dopo la separazione, non riesce a dimenticare mentre l’uomo si avvicina ad una venticinquenne con cui capitolerà. Claudia supera bene questo ulteriore trauma perché ha trovato l’amore in una sua giovane studentessa.