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La ricerca della felicità ·· La ricerca della felicità ·· Hot

La ricerca della felicità ··
Image Che Gabriele Muccino non ami la realtà è cosa che si sapeva sin dai suoi film italiani (Ecco fatto, 1998; Come te nessuno mai, 1999; L'ultimo bacio, 2000; Ricordati di me, 2002). Ora lo si può dire, con maggior ragione, dopo il suo primo film americano, La ricerca della feleicità (The Pursuit of Happyness), che, nonostante sia “ispirato ad una storia vera”, è una favoletta tanto ingenua, vecchiotta e ruffiana da essere quasi patetica.
In una San Francisco dei primi anni ottanta, Reagan presidente, un nero tira la vita con i denti tentando di vendere un costoso apparecchio medicale a cliniche e dottori. Ha a carico una moglie, che lavora in una lavanderia per portare aiuto a misero budget familiare, e un figlio di cinque anni (progenie dello stesso Will Smith, l’attore che interpreta il protagonista del film) piazzato, per ragioni di soldi, in un asilo artigianale gestito da una cinese.

Lo stesso quartiere in cui vive la famigliola non è fra i migliori, mentre la città pullula di homeless, uno dei tanti danni collaterali del reaganismo, anche se il film si guarda bene dal ricordarcelo. Il nostro, ansioso di migliorare la sua condizione, riesce a farsi accogliere in uno stage per treader di borsa, come dire di procacciatori di ricchi clienti per una società finanziaria. Perderà la moglie, finirà letteralmente sul lastrico, costretto dormire col pargolo nelle toilette delle stazioni degli autobus, ma come ogni buon americano capace e testardo, otterrà l’impiego agognato e, dopo una decina d’anni, diventerà milionario. In poche parole: lavoro, costanza e merito sono sempre riconosciuti e il premio lo si misura in bigliettoni verdi. Poco importa che la famiglia vada in rovina e che per, arrivare alla meta, si debba strisciare e leccare un bel po’ di fondoschiena. E’ una commedia ottimista, direbbero i critici bonari, o, se si preferisce, un raccontino ipocrita e mercantile in cui una sicura capacità registica è messa al servizio del miglior offerente. E' un film moderatamente noioso, irreale e falso come una moneta da tre euro o, se preferite, da due dollari.

valutazione: 1 2 3 4 5

Regia: Gabriele Muccino; sceneggiatura: Steve Conrad; interpreti: Will Smith, Jaden Smith, Thandie Newton, Brian Howe, James Karen, Dan Castellaneta, Kurt Fuller, Takayo Fischer, Kevin West, George Cheung; produttori: David Alper, Amy Baer, Todd Black, Jason Blumenthal, Mark Clayman, Louis D'Esposito, James Lassiter, Will Smith, Steve Tisch, Teddy Zee; musica: Andrea Guerra; fotografia: Phedon Papamichael; montaggio: Hughes Winborne; ricerca attori: Denise Chamian; scenografia: J. Michael Riva; direzione artistica: David F. Klassen; arredatore: Lauri Gaffin; costume: Sharen Davis; società produttrici: Overbrook Entertainment, Escape Artists, Columbia Pictures Corporation, Relativity Media; nazionalità: USA; anno di edizione: 2006; durata: 117 min.

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