Patrick Hughes, regista che fino ad ora non ha dimostrato particolari eccellenze, difficilmente riuscirà a dimostrare le sue capacità in futuro se il suo problema principale continuerà ad essere quello di rispettare risicati budget per film spettacolari. Qui deve fare i conti con una coproduzione che comprende i soliti cinesi (un certo periodo, erano i paesi arabi molto attivi nel settore) e la Bulgaria, paese un cui molto del film è realizzato e che fornisce notevole quantità di stuntman (nel settore sembra siano molto graditi perché rischiano un po’ di più degli altri) e tecnici di vario tipo, compreso addetti agli effetti speciali.
Trenta milioni per un film come questo sono davvero pochi, e si ha l’impressione che si risparmi un po’ su tutto, compresa la sceneggiatura di Tom O'Connor rimasta inutilizzata per anni e trasformata in qualche maniera da vicenda seriosa ad una commedia pseudo comica senza limare i tanti momenti di attrito tra le due anime. Del resto, la Millennium Films lavora in questa maniera e, dati i risultati ottenuti al box office, probabilmente ha ragione di perseguire questa politica. Il regista è stato confermato dopo il successo commerciale di I mercenari 3 (The Expendables 3, 2014) con Sylvester Stallone, sempre coprodotto da loro e principalmente realizzato in Bulgaria. A lui non viene dato il minimo spazio di manovra perché ogni cosa deve essere fatta con il minor numero di riprese, senza la possibilità di ripetere le scene più complesse anche se non riuscite completamente. Si cerca di sopperire alla cronica mancanza di sorprese con movimentate scene d’azione. Per capire quanto siano importanti, basterà dire che il regista della seconda troupe nonché responsabile degli stuntman è quel Dian Hristov responsabile dei cascatori bulgari in almeno una quindicina di film, compreso quello precedentemente diretto da Patrick Hughes e titoli quali 300 - L'alba di un impero (300: Rise of an Empire, 2014) di Noam Murro. Non solo, il vero coordinatore è l’inglese Greg Powell impegnato in film quali Skyfall (2012) di Sam Mendes, le prime due parti di Harry Potter (2010/2011) entrambe a firma Chris Columbus, Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare (Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides, 2011) di Rob Marshall e Avengers: Age of Ultron (2015) di Joss Whedon. Le scene d’azione sono bene calibrate, ma non sempre realmente emozionanti. Il cast, sulla carta, è di tutto rispetto con Ryan Reynolds caduto in disgrazia perché gli hanno ucciso un cliente, Samuel L. Jackson spietato killer con oltre 250 omicidi nel curriculum, Gary Oldman Presidente sanguinario della Bielorussia e Salma Hayek moglie dell’assassino a pagamento. Tuttavia i personaggi sono appena abbozzati e non si capisce quando si dovrebbe ridere o vivere momenti di tensione. Molte auto distrutte, col risultato di non riuscire mai ad emozionare. Il miglior bodyguard del mondo, caduto in disgrazia due anni prima perché gli hanno ucciso un cliente, viene contattato dalla sua ex che lavora per il Governo USA perché porti un testimone fino a L’Aia dove sarà l’accusatore di un sanguinario Presidente Bielorusso. L’uomo che deve proteggere è il suo nemico di sempre, uno dei sicari più pericolosi in circolazione. Lui e il killer sono stati per anni avversari e ora sono costretti a passare insieme 24 ore al fulmicotone. Durante le loro avventure tra l'Inghilterra e l'Olanda tutti, o quasi, cercheranno di ucciderli, anche un apparente buono.
