Al suo debutto dietro la macchina da presa, lo scenografo Cosimo Gomez spiazza tutti proponendo una storia di autentico omaggio a Brutti, sporchi e cattivi (1976) di Ettore Scola, di cui fa rivivere atmosfere e bassezze umane senza pietà, forse caricando ancora di più la perfidia dei vari personaggi.
Ci si diverte, e tanto, ma rimane un amaro in bocca dovuto forse alla credibilità di quanto accade, all’emozione che la diversità può provocare, al senso di colpa che si può provare di fronte a persone meno fortunate. Ma il regista è bravissimo a giocare sui vari livelli di narrazione, creando complicità coi personaggi che rendono tragicomiche le situazioni raccontate senza mai prendersi troppo sul serio. C’è chi tradisce per amore, chi per il vile denaro e chi ancora perché si è trovato coinvolto in un qualche cosa che non aveva nemmeno pensato possibile. Quando si ride crolla sulla testa la mazzata dei sogni del capo della banda: comprarsi varie protesi per potere essere alto 1,86 o 1,88. Luca Infascelli, sceneggiatore di buona esperienza che è stato al fianco di vari autori all’opera prima – ricordiamo Cuori puri (2017) di Roberto De Paolis, La Prima Volta (di Mia Figlia) (2015) di Riccardo Rossi, Into Paradiso (2010) di Paola Livia Randi, Scusa Ma Ti Chiamo Amore (2008) di Federico Moccia con cui ha poi realizzato altri titoli, Almost Blue (2000) di Alex Infascelli – ha saputo equilibrare con bravura una storia che rischia di trasformarsi in occasioni di cattivo gusto. Con lui il grottesco è sempre sotto controllo. Quarantaduenne, ha notevole capacità nello scrivere per il cinema e sa adeguarsi alle esigenze dei vari registi che ha tenuto a battesimo. Claudio Santamaria, bravissimo e con un terrificante riporto, è il boss, il cervello di questo astuto colpo alla banca. Sara Serraiocco impersona la sua splendida moglie, senza braccia e con mire particolari per il bottino. Marco D'Amore, irriconoscibile sotto un pesante trucco, è l’uomo che la droga ha completamente distrutto. Simoncino Martucci, al suo debutto cinematografico, è lo scassinatore del gruppo. Nel personaggio del commissario un po’ imbranato, il sempre bravo Giorgio Colangeli. Il Papero, Ballerina, il Merda e Plissé – quattro emarginati che vivono ai limiti della società - si improvvisano rapinatori per il colpo che cambierà la loro vita: il primo è senza gambe, la moglie non ha le braccia, il terzo è un rasta tossico col cervello completamente fuso e l’ultimo un nano rapper. Rapinano una banca in cui, nascosti in cassaforte segreta, ci sono 4 milioni di Euro appartenenti alla Mafia cinese. Dopo il colpo, le cose si complicano perché ognuno si scopre essere doppiogiochista. Tutti imbrogliano, senza nessuna pietà coinvolgendo ogni cosa in una girandola di inseguimenti, cruente vendette, esecuzioni sanguinose e tradimenti incrociati che raccontano delle lotte tra poveri che tali non vorrebbero rimanere.