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Nico, 1988 Nico, 1988 Hot

Nico, 1988

Cast, Crew, Infos - Cinema

Titolo originale
Nico, 1988
Sceneggiatura
Susanna Nicchiarelli
Interpreti
Trine Dyrholm, John Gordon Sinclair, Anamaria Marinca, Sandor Funtek II, Thomas Trabacchi, Karina Fernandez, Calvin Demba, Francesco Colella.
Nazionalità
Anno
Durata
93

Susanna Nicchiarelli, dopo il convincente film d’esordio Cosmonauta (2009) ed il passo falso de La scoperta dell’alba (2012) tratto da un romanzo di Walter Veltroni, si presenta sugli schermi con un’opera intensa, capace di emozionare dalla prima all’ultima immagine. Per non creare un inutile Biopic la regista ha fatto un grandissimo lavoro di ricerca, aiutata anche dal figlio dell’artista, Ari Päffgen, che è stato indispensabile quale testimone di una vita, e di una morte, su cui molto si dice ma di cui poco si sa. Intendiamoci, su Christa Päffgen è stato detto e scritto molto, ma difficilmente si è avuto un ritratto così umano, emozionante, credibile anche se, per esigenze narrative,

Susanna Nicchiarelli confessa di essersi presa più di una licenza inventando personaggi e variando alcuni elementi della vita della donna. Dal racconto portato avanti con bravura dalla regista, scaturisce un ritratto dell’Europa in un periodo decadente, di un Est ancora dominato dal URSS e dove organizzare un concerto poteva comportare l’arresto, di una donna che vuole essere se stessa dopo una giovinezza in cui era scelta, come modella ma anche quale membro dei Velvet Underground di Lou Reed e John Cale, per la sua avvenenza. Noi la incontriamo nella seconda metà degli ’80, con la sua voglia di dimenticare la Band – sciolta nel 1973 – e di essere apprezzata solo per la SUA musica, quella che compone e canta con tutto il trasporto di una persona capace di vivere lontano dal grande successo pur di rispettare i propri ideali. Nei dialoghi, molte frasi che fanno ragionare sulle sue scelte e che permettono di capire meglio il desiderio di diffondere maggiormente la sua opera artistica senza rinunciare ai suoi credo, l’astio con chi la intervista solo per quello che aveva fatto non per quello che era in quel momento, l’impossibilità di abbandonare le droghe, il desiderio di potere riavere il figlio ventiseienne Ari ricoverato da anni in un ospedale psichiatrico, la voglia di accettarsi completamente pur non rifiutando l’ineluttabilità di un destino di cui, in parte, è stata l’involontaria artefice. La scelta del formato 1.37:1 è stata fatta probabilmente per dare maggiore taglio documentaristico a quanto raccontato, per togliere inutili fronzoli che potevano distrarre il pubblico. La scelta è stata vincente, donando a tutto immediatezza e drammaticità di grande efficacia. L’unico momento discutibile è legato ai ricordi di Christa con sullo sfondo Berlino che brucia: un escamotage narrativo che il film non merita. Su ogni cosa, l’incredibile bravura dell’attrice danese Trine Dyrholm - con alle spalle film quali Festen - Festa in famiglia (Festen, 1998) di Thomas Vinterberg, Royal Affair (En kongelig affære, 2012) di Nikolaj Arcel, Love Is All You Need (Den skaldede frisør, 2012) di Susanne Bier ma, soprattutto, La comune (tKollekivet , 2016) ancora di Thomas Vinterberg con cui ha vinto l'Orso d'argento per la migliore attrice al Festival di Berlino – che vive dall’interno il personaggio: lei è Christa con tutti i suoi dolori e la grande umanità. Ha una voce incredibile, canta con assoluta partecipazione vivendo quanto dicono le parole delle canzoni e dimostra, che è sempre anche un’ottima cantante: nel 1987, quando aveva 14 anni, Trine si piazzò terza nel Grand Prix danese Melodi con la sua band Trine & the Moonlighters e ha continuato parallelamente anche in questa attività. Buona la scelta di tutto il cast, non sempre convincenti le ambientazioni: ma questo, probabilmente, è dovuto al basso budget su cui la produzione ha potuto contare. Christa Päffgen, in arte Nico, raccontata non nel periodo in cui era un’icona pop con presenze rilevanti alla Factory di Andy Warhol, cantante del gruppo musicale Velvet Underground e musa di Lou Reed, ma dell'ultima parte della sua vita quando interpreta i suoi brani con una band inglese spostandosi su uno scassato Ford Transit e accettando mille disagi. On the Road tra Parigi, Praga, Norimberga, Manchester, campagna polacca e litorale romano, racconta gli ultimi tour della sacerdotessa delle tenebre e del suo tentativo di riavvicinarsi al figlio a cui ha potuto dare tropo poco.



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Nico, 1988
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opinioni autore

 
Nico, 1988 2017-10-16 08:56:41 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
7.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    16 Ottobre, 2017
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