Quando si inizia a vedere che in un film ci sono tre registi, sette soggettisti e sei sceneggiatori, nasce spontaneo il dubbio che ci sia una certa mancanza di stimoli e di idee a cui si tenta di ovviare con l’utilizzo di più cervelli creativi. Nel caso degli eroi fatti a forma di mattoncini, pareva già una scommessa (vinta con grande bravura) realizzare The Lego Movie (2014), ma già con The Lego Batman Movie (2017) sembrava corretto abbandonare ulteriori progetti perché era presente una certa carenza di idee e gli incassi non erano, probabilmente, a livello di quanto sperato dalla Warner Bros.
Praticamente in contemporanea era stata girata questa terza avventura e il sentore che potesse essere un fallimento era nell’aria ancora prima della sua circuitazione ufficiale, dato lo scarso interesse dimostrato da chi lo aveva visto in anteprima. Charlie Bean, Paul Fisher e Bob Logan, tutti al loro primo lungometraggio e solo con esperienze televisive, non sono riusciti a realizzare il piccolo miracolo di un prodotto interessante, abbassando ulteriormente l’età degli spettatori ad una fascia prescolare in cui certe ingenuità di potevano essere meno notate. Curano una regia professionale ma senza mai tentare qualcosa che non sia scontatissimo sia nelle inquadrature che nella costruzione della storia. I personaggi, proprio tutti, sono dimenticabili dopo pochi minuti e, a tratti, si crea confusione anche nel riconoscerli. La colonna sonora, buon sottofondo per le immagini, non presenta nessun brano in grado di imprimersi nella memoria. La città LEGO di Ninjago viene a intervalli regolari attaccata dal terribile signore del male Lord Garmadon. A controbatterlo sei mitici Ninja. Uno di loro è Lloyd (alias il Ninja Verde), sedicenne preso in giro da tutti al liceo, con un problema assolutamente difficile da gestire: il cattivissimo è suo padre, che lo ha abbandonato subito dopo la nascita ed è stato cresciuto solo dalla madre. Nei combattimenti forse riuscirebbe ad eliminarlo definitivamente, ma è sempre suo padre. A creare il gruppo di impavidi è Sensei Wu, un anziano maestro di spinjitsu fratello del malvagio che è tornato e minaccia tutta l'isola di Ninjago. Ma una catastrofe sta per colpire quel microcosmo felice costringendo buoni e cattivi ad allearsi. Come spesso accade nell’animazione per i più piccoli, i cattivi non possono essere perfidi e, anzi, alle volte divengono forza unica con chi li combatte. Del resto, difficile pensare che un padre possa lontanamente ipotizzare di uccidere il figlio.