Per lungo tempo il disegno animato è stato considerato una forma di cinema adatto solo ai bambini, ne dà prova il consistente numero di corti che affollano i programmi televisivi, in modo particolare i canali dedicati ai ragazzi. Recentemente si è affermato, invece, un filone il cui obiettivo è il pubblico adulto. Gatta Cenerentola di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone è uno dei migliori esempi di questa nuova concezione del cinema.
Diciamo subito che il film non è una piatta trascrizione né della favola popolare originaria probabilmente in Cina o nell'antico Egitto e parte dell'eredità culturale di numerosi popoli (in Occidente le versioni più note sono quelle di Giambattista Basile, di Charles Perrault e dei fratelli Grimm), né dello spettacolo teatrale in tre atti scritto e musicato da Roberto De Simone nel 1976. Da questo materiale il film, prodotto da in uno studio napoletano a cui si deve anche L’arte della felicità (2013), coglie solo alcuni spunti: la condizione della piccola angariata da matrigna e sorelle, la scarpetta perduta, la ricerca del principe azzurro, qui nei panni di un eroico poliziotto. Tutto ruota attorno all’armatore – inventore Vittorio Basile che ha creato una nave magica in cui il presente convive con il passato rappresentato da persone scomparse i cui ologrammi circolano ancora su ponti e gabine. A lui si oppone Salvatore Lo Giusto, detto 'o Re, che vuole trasformare Napoli nella più grande piazza per lo spaccio di droga. Per farlo ha bisogno della nave, ancorata permanentemente ad un molo del porto, che lui ha trasformato in un night club. Per raggiungere l’obiettivo progetta di sposare, prima, la vedova dell’armatore che lui stesso ha ucciso, poi, la figlia del morto che sta per compiere i diciotto anni. Finale in chiave positiva con l’affondamento del transatlantico e la morte dello spacciatore. Un film è pregevole sia per l’utilizzo di un’animazione matura e originale, sia per un uso di grande respiro della musica. Davvero un’occasione da non perdere.