Paul Schrader è stato un ottimo sceneggiatore – ricordiamo tra i suoi titoli più noti Taxi Driver (1976) e Toro scatenato (Raging Bull, 1980) entrambi di Martin Scorsese, ma anche di discreti film quale regista - e anche autore dello script di film con grandi successi di pubblico: per citarne forse i più noti American Gigolo (1980) e Lo spacciatore (Light Sleeper, 1992).
Sempre legato a Nicholas Cage come in questo suo ultimo lavoro, ha realizzato quale suo ultimo titolo il terribile thriller Il nemico invisibile (Dying of the Light, 2014); ma anche il precedente, The Canyons (2013) è a dire poco inqualificabile. Dispiace notare che questa crisi non sia passata e che ora firmi un film degno più di un debuttante che non di un autore con la sua esperienza. A discapito si può dire che la sceneggiatura non è sua e che a scriverla è stata lo sconosciuto Matthew Wilder qui alla seconda prova dopo Your Name Here (2008) l’inconcludente opera dal sapore biografico con Bill Pullman e da lui stessa diretta; ma il soggetto è di Edward Bunker, l’ex carcerato che ha realizzato una proficua collaborazione col cinema che ha dato vita a Vigilato speciale (Straight Time, 1978) di Ulu Grosbard, A 30 secondi dalla fine (Runaway Train, 1985) di Andrej Končalovskij e Animal Factory (2000) di Steve Buscemi. Che il settantenne – che non aveva nemmeno convinto col documentario Venice 70: Future Reloaded (2013) - non sappia tenere sotto controllo le varie entità di questo thriller violento e molto convenzionale, lo si capisce da subito. Punto debole di una produzione in cui hanno l’ultima parola Nicholas Cage e Matthew Wilder, non riesce mai a dire la sua, a tentare di firmare davvero la regia: è un tecnico, non certo con caratteristiche da autore, che cerca di essere interessante anche utilizzando il bianco e nero in alcune scene, ma che dimostra notevoli insicurezze stilistiche. Il film è visibile negli Stati Uniti da novembre in Internet e in alcuni paesi europei da inizio anno in DVD, segno che il temuto flop è realtà. Tre ex detenuti, molto legati tra loro, vorrebbero tentare di avere una vita normale. Troy è un piccolo genio che forse cerca una vita tranquilla ma ha un grande odio per il sistema, Diesel è a libro paga della mafia ed è insofferente alla sua condizione familiare contraddistinta da una casa in periferia e una moglie assillante, Mad Dog è discontinuo e alterna momenti di autentica follia ad altri di apparente normalità. Per trovare una fonte di reddito, accettano un lavoro proposto da un boss della mafia: devono rapire un bambino, figlio di un altro malavitoso che sta derubando il boss. Il cervello del gruppo progetta un piano perfetto ma qualcosa non funziona come dovrebbe e rischiano di tornare velocemente in carcere. Cage interpreta in maniera monocorde il genietto del gruppo, Willem Dafoe senza convinzione il folle e Christopher Matthew Cook il poco visibile mafioso.