Film di accettabile che qualità utilizza il linguaggio del thriller per raccontare una storia possibile che capita a due ragazze normali. La bravura degli sceneggiatori sta nell’evitare esasperazioni di un momento drammatico della vita di due sorelle che si vogliono bene, che condividono prima il dramma dell’abbandono del fidanzato storico della più grande per poi avventurarsi in un momento adrenalinico che si trasforma in dramma.
La paura giunge non per effetti speciali ma per l’assenza di suoni, visibilità, speranze. Il britannico Johannes Roberts è un autore di B Movie che si è specializzato nei film ad alta tensione, senza necessariamente utilizzare le tecniche dell’horror. Non è certo un regista tra i migliori ma riesce sempre a creare vicende di buon interesse, tentando ogni volta di dare qualcosa di originale. Anche in questa occasione scrive in coppia con il quarantenne catalano Ernest Riera, e il connubio sembra funzionare bene. Pochi personaggi, location limitate nel numero, film mai troppo lunghi. Questa impostazione permette di realizzare prodotti low cost di accettabile qualità in cui si possono avere momenti interessanti. Il finale è costruito con bravura, con un sottofinale che suona da lieto fine a cui segue un’altra visione delle stesse situazioni ma con uno sviluppo abbastanza imprevedibile. In realtà, se si segue con attenzione il dialogo tra chi sta sulla barca d’appoggio e le sfortunate turiste si può intuire tutto, ma quelle frasi sono volutamente disperse all’interno di altre che suonano come riempitivo in attesa di evoluzioni della vicenda. Le scene più belle sono state girate a pochi chilometri da Londra presso The Underwater Studio in cui è possibile realizzare qualsiasi scena subacquea con notevole credibilità ed in assoluta sicurezza. La buona fotografia – curata dall’esperto Mark Silk responsabile delle immagini in acqua di film quali Under the Skin (2013) di Jonathan Glazer e Captain Phillips - Attacco in mare aperto di Paul Greengrass (Captain Phillips, 2013) nonché di varie serie televisive - racconta in maniera valida i momenti drammatici di queste ragazze che sono costrette a pensare alla morte, a come sopravvivere trovando il modo di non soccombere ad un’avventura in cui forse il desiderio di spendere qualcosa di meno – l’hotel era stato loro sconsigliato il capitano della barca – rischia di costare molto caro. Senza caricare troppo i toni nella descrizione visiva, l’imbarcazione del comandante Matthew Modine – la sua presenza è poco più di un cammeo – è proprio una bagnarola arrugginita a cui a poppa è attaccato su di un poco tranquillizzante verricello una vecchia gabbia anti squali. Due sorelle molto affiatate sono in vacanza in Messico dopo che la maggiore è stata lasciata dal fidanzato stanco per la sua eccessiva prevedibilità. Scoperta la realtà di questo invito all’ultimo minuto, la più giovane decide di coinvolgerla in serata in discoteca dove incontrano due giovani del luogo che le convincono a fare una discesa sotto l’Oceano per fotografare gli squali. Tutto bene il mattino dopo, anche se l’imbarcazione non sembra molto rassicurante. Bene la discesa della loro arrugginita gabbia, emozioni per gli animali che divengono ottimi soggetti per foto da fare vedere con orgoglio all’ex. Ma il cavo esce dal verricello e le ragazze si ritroveranno a precipitare in fondo al mare intrappolate, con la luce che piano piano si consuma, i razzi che vengono usati in maniera sbagliata, attorniate da squali famelici e con sempre meno ossigeno a disposizione.