Con la imperante scarsa conoscenza della storia, ma anche della letteratura classica, spesso il cinema aiuta a creare confusione, a insegnare come mezzo didattico quanto prima si imparava attraverso i libri. Nulla da eccepire sulla creazione di sempre più rumorosi e complessi fantasy, ma disturba un po’ vedere utilizzati nomi e vicende famose come base per vicende dove ogni cosa viene stravolta.
Si racconta di Re Artù in maniera completamente diversa da come lo avevamo imparato a conoscere e ogni cosa viene letta in maniera tale da permettere la creazione di uno spettacolo dai mille effetti più che un vero film narrativamente interessante. Quello che un po’ preoccupa è che la Warner Bros la ha commissionato come la prima parte di una serie di sei film dedicata a questo personaggio: se questo è l’inizio, è difficile pensare cosa riusciranno a creare gli sceneggiatori per distruggere completamente un mito. Il prodotto non deve essere riuscito molto gradito al committente, tanto da avere avuto vita travagliata. Inizialmente intitolato Knights of the Roundtable: King Arthur, ha avuto rinvii nella distribuzione con l'uscita prevista per luglio dello scorso anno e posticipata per essere presentato negli Stati Uniti dopo aver testato il riscontro in paesi di medio interesse come il nostro assieme a Svezia, Albania, Indonesia, Ucraina. Dati i primi risultati al box office, è probabile che il progetto iniziale venga ridimensionato anche se non cassato completamente, anche perché è già stato girato del materiale per i titoli a venire. A tenere le redini di questa storia visionaria, è stato chiamato l’inglese Guy Ritchie che ha messo tutta la sua bravura al servizio della rilettura di Re Artù ma senza riuscire ad essere convincente come in quella di Sherlock Holmes di cui, tra l’altro, è annunciata la terza parte. E’ un mondo magico, adatto alla visione in 3D, che stride particolarmente a causa di alcuni passaggi di sceneggiatura non certo ben riusciti. Per chi conosce la vicenda originale, il problema maggiore è l’assenza di personaggi fondamentali che ci si aspetterebbe di trovare in un film su Re Artù: alcuni vengono citati, altri sostituiti da figure di fantasia. Jude Law è un cattivo sopra le righe, Charlie Hunnam un antieroe poco credibile, gli altri sono utilizzati in maniera non del tutto corretta. Quando il padre del piccolo Artù viene assassinato, suo zio Vortigern si impadronisce del trono. Derubato dei diritti che gli spetterebbero per nascita e senza sapere chi sia realmente, riesce a sopravvivere nei vicoli di Londonium con la sua gang e solo quando estrae la spada dalla roccia la sua vita cambia radicalmente: è costretto ad accettare quello che il Destino ha scelto per lui, contro al suo volere.