Il cinema americano è pieno di opere in cui la corsa all’oro travolge la mente dei protagonisti e li trasforma in veri e proprio mostri. Solo per citare un titolo ricordiamo Il tesoro della Sierra Madre (The Treasure of the Sierra Madre, 1948) di John Huston (1906 – 1987).
Rispetto a molte di queste opere Gold - La grande truffa di Stephen Gaghan (1965) - autore, fra gli altri, di Syriana (2005) e Traffic (2000) per la cui sceneggiatura ha vinto un Premio Oscar - ha in più una condanna diretta e inappellabile della voracità del capitalismo finanziario. Un imprenditore minerario, interpretato da un Matthew McConaughey che consapevolmente distrugge il suo aspetto di sex symbol diradandosi i capelli, gonfiando il ventre, e rovinandosi i denti, trova in un geologo che vive in Indonesia una sorta di profeta che è convinto di avere individuato in piena giungla un enorme giacimento d’oro. Impegna ogni risorsa di cui dispone, ruba i preziosi della sua compagna e investe tutto in una spedizione – ricerca che, dopo vari fallimenti, si rivela particolarmente proficua. Le azioni della sua società salgono vertiginosamente e lui, con l’aiuto del geologo, riesce a vanificare le brame della maggiore impresa del settore che, sfruttando gli intrallazzi con il presidente dell’Indonesia Sukarno (1901 – 1970), tenta di fargli revocare la concessione di sfruttamento. Solo che di oro non ce n’era proprio e tutto si risolve in una truffa colossale che fa scomparire svariati milioni di dollari. Il film si ispira da uno scandalo che travolse una società mineraria alcuni anni or sono anche se sposta la storia alla fine degli anni settanta. Il filo conduttore della vicenda è l’avidità che spinge i lupi di Wall Street ad azzannarsi l’un l’altro senza alcuna remora etica anche a costo di scavarsi la tomba con le proprie mani. In questo cavalca uno dei filoni tipici del migliore cinema americano, quello che vede il cittadino comune vittima predestinata degli appetiti dei grandi capitalisti. Su questo versante il film segna una tappa particolarmente importante di un processo di denuncia tutt’altro che trascurabile.