Simona Izzo con la sua opera prima Maniaci sentimentali (1993), per cui era stata insignita del David di Donatello per migliore regista esordiente, aveva dimostrato un certo interesse per la famiglia ed in particolare per le coppie non felici. Anche in Camere da letto (1997) aveva affrontato il tema del matrimonio (qui messo in crisi anche dalla ex coniuge del protagonista).
Anche in vari altri titoli di cui è stata regista o sceneggiatrice, aveva affrontato le problematiche sentimentali di persone che non hanno veramente capito cosa sia l’amore o che il destino ha portato ad avere un’idea distorta del rapporto uomo donna. Basandosi sul suo quarto romanzo, il breve Baciami per sempre - Diario di una famiglia allargata (130 pagine), ha voluto raccontare i problemi delle famiglie in cui coesistono varie realtà, con coppie al secondo o altro rapporto sentimentale che portano dietro di sé molte emozioni ma anche figli, ex non solo come coniugi ma anche come suocere, cognati e quant’altro. La sua scelta è stata di creare una commedia corale in cui confluissero le varie entità presentate, soprattutto, attraverso gli attriti e vari momenti di violenza familiare visto che volano molte sberle. Purtroppo questa cineasta non è in grado di gestire il ritmo di una sceneggiatura ricca di situazioni che spesso perdono interesse mentre si sviluppano, che si sfilacciano prima di arrivare a una conclusione. Troppi personaggi visti in salsa grottesca, macchiette che poco interessano sia al pubblico sia, probabilmente, alla stessa regista. Il cast, che racchiude anche ottimi professionisti, non è indirizzato verso uno sforzo corale e si ha l’impressione che ognuno crei il proprio personaggio – alcuni, come Mariano Rigillo e Barbora Bobulova in maniera convincente – senza mai riuscire a trovare un legame con gli altri. Movimento a tratti scatenato ma senza ritmo, musiche belle ma fin troppo presenti, personaggi che non hanno il dono della simpatia. La breve durata permette di rendere accettabile la fruizione, apprezzando anche la formale riuscita tecnica del film. Viola, compagna di un musicista, ha invitato per la festa del figlio ventenne – triste e demoralizzato per essere stato lasciato dalla sua ragazza – tutti i parenti, compresi quelli che le separazioni hanno cancellato da questa qualifica. Arriva l’ex marito della donna, mal digerito dal suo compagno, nonché il di lui figlio che non ama i vestiti, ma anche gli ex cognati, le sorelle coi loro mille problemi, la giovane nipote depressa, il padre che ha tentato il suicidio, e così via. A loro si aggiungono ospiti inattesi e non graditi. Non mancano scontri, insulti a viso aperto, dichiarazioni di odio ma tutto questo non esclude un lieto fine anche se dal sapore amaro.