Il titolo originale rende immediatamente l’idea di cosa si andrà a vedere: una storia patriottica che esalta la forza degli statunitensi anche di fronte al nuovo terrorizzante deterrente della loro libertà: gli attentati. A quattro anni e pochi giorni da quel terribile 15 aprile, arriva sui nostri schermi il robusto film realizzato da Peter Berg, il cui ultimo titolo (Deepwater: Inferno sull'oceano - Deepwater Horizon, 2016) raccontava l’esplosione della piattaforma di perforazione Deepwater Horizon nel 2010, con un’incredibile spargimento di petrolio mentre il penultimo (Lone Survivor, 2013) narrava di un manipolo di eroi che tenta di uccidere capo talebano
Entrambi questi film lo hanno rodato per fare di questa prova un esempio di cinema di servizio capace anche di emozionare. Boston: Caccia all'uomo ha la sua forza, ma anche il suo maggiore limite, nella quasi pedante costruzione di ogni sua parte. Tutto parla dell’eroismo collettivo, di una intera città che non accetta questa offesa e si unisce per trovare nuova forza, nuove motivazioni per proseguire con ancora maggiore determinazione verso un mondo migliore. Qui gli sceneggiatori hanno sufficientemente rispettato i fatti e le caratteristiche dei vari protagonisti di un attentato considerato secondo solo a quello delle Torri Gemelle, anche se i personaggi minori e il protagonista Tommy Saunders sono stati inventati per esigenze di sceneggiatura. La figura di questo agente unisce le immagini di vari poliziotti. A lui è fatta vivere con maggiore intensità la preoccupazione di un uomo per la sua famiglia. Interpretato in maniera convincente da Mark Wahlberg – qui al terzo film con Peter Berg nonché nativo di Boston – rappresenta il trait d’union tra le varie parti del film. Si inizia con alcune scene familiari e di vita abituale dei protagonisti che in quel momento non si conoscono: oltre 20 minuti in cui traspare un po’ di demagogia. I preparativi per la Maratona, una musica che fa presagire il dramma che arriva dopo 26 minuti. Da quel momento, con un buon montaggio, si alternano scene di terrore e di dolore – con molti feriti visti con realismo – all’organizzazione delle autorità per cercare di scoprire l’identità degli attentatori. L’eroismo dei singoli, la forza di una città per risorgere il più in fretta possibile. Ben girato anche con scene d’azione equilibrate ed efficaci, correttamente sceneggiato, interpretato con buona professionalità, ha come limite, o scelta narrativa dei creatori, l’agiografia di una città che il titolo originale - Patriots Day – faceva facilmente presagire. Boston, 15 aprile 2013. Al traguardo della Maratona avviene un attentato terroristico con morti e feriti. Un poliziotto si unisce a un gruppo formato da personale medico, investigatori e sopravvissuti in una caccia senza soste per scovare gli attentatori prima che colpiscano ancora.