Il sessantaquattrenne haitiano Raoul Peck, fino ad ora noto soltanto ad attenti frequentatori di Festival illuminati, in due anni ha proposto due opere che lasciano il segno, contestabili fin che si voglia, ma innegabilmente interessanti. Con questo ha affrontato quanto scritto nel 1979 da James Baldwin nelle trenta pagine iniziali del suo libro Remember This House mai concluso per la censura imposta anche dal suo agente ma, soprattutto dal Potere statunitense attraverso FBI e quant’altro.
In quello presentato all’ultima Berlinale - Le jeune Karl Marx – un taglio da tranquillo biopic che nel finale si trasforma in dura denuncia della violenza subita dai lavoratori con immagini che non lasciano indifferenti. I Am Not Your Negro è basato sugli scritti di James Baldwin (1924 – 1987), scrittore e sceneggiatore cinematografico impegnato in maniera totale nella militanza a favore della gente di colore. Attraverso la voce di uno spettacolare Samuel L. Jackson impariamo a conoscere questo personaggio in esilio volontario in Francia per moltissimi anni per evitare le attenzioni delle autorità del suo Paese che torna in Patria rischiando di essere incarcerato come sovversivo e che affronta scontri con reazionari bianchi ma anche persone di colore ormai di successo che vedono in lui un pericolo. Con lui, nelle sue lotte, personaggi quali Marlon Brando, Sidney Poitier e Harry Bellafonte. Muore a 63 anni in Francia, a Saint-Paul-de-Vence, dove si era rifugiato accettando la sua sconfitta di combattente. La bravura del regista è legata soprattutto a creare un buon prodotto dal sapore della fiction utilizzando con grande sapienza vari elementi, anche con un’incredibile selezione di scene da film che lo aiuta a dare immagine alle parole dello scrittore: sono sicuramente di parte ma innegabilmente emozionanti e capaci di convincere sulle tesi proposte. Sconfortante il razzismo tranquillo di Doris Day, impressionante vedere al plauso del massacratore di indiani John Wayne. Belle le immagini in cui lo vediamo in talk show televisivi mentre tenta di controbattere le tesi degli anchorman che cercano di fargli dire l’opposto di quello che lui pensa. Interessanti per capire come fosse il pensiero imperante negli Stati Uniti in quegli anni di oscurantismo sociale che mai è stato completamente assorbito e disapprovato dalla società civile. Molti i momenti che fanno vedere la vita e la morte di tre grandi del mondo culturale e sociale statunitense che erano alla base del suo abbozzo di libro - Medgar Evers, Malcolm X e Martin Luther King, Jr. – di cui lo scrittore era amico e sostenitore. Sono raccontati in maniera un po’ piatta, forse la cosa meno interessante. Raoul Peck non vuole figurare come sceneggiatore ma come organizzatore del lavoro di James Baldwin, in realtà questo è un film in cui le idee del regista vengono supportate utilizzando brani scelti dello scrittore. Non certo un autentico documentario ma un buon film che riesce a far pensare.