Sceneggiatore molto attivo nell’ambito della commedia, Edoardo Falcone con la sua opera del debutto Se Dio Vuole (2015) aveva dimostrato anche una discreta capacità registica: una storia interessante con al centro un medico affermato che entra in crisi quando il figlio gli svela il desiderio di divenire prete.
Anche in questo secondo titolo affronta temi di un certo impegno, con un figlio preoccupato per il padre, ma il tono narrativo è fin troppo leggero facendo perdere non poco dell’interesse per quanto raccontato. Fabio De Luigi è simpatico ma non ha ancora nelle sue corde la credibilità ed il vigore per un personaggio complesso come è stato scritto, Elio Germano è sempre bravo e difficilmente sbaglia un film, Isabella Ragonese – sorellastra dell’ereditiero e prossima ad impossessarsi dell’azienda - aggiunge quel tocco di cabaret che tutto sommato non nuoce all’economia del prodotto. Tuttavia il meglio lo forniscono tre bravi ed esperti attori che sembrano credere in quanto dicono. Allora evviva a Eros Pagni in grado di fornire spessore al suo personaggio, gloria a Stefania Sandrelli credibilissima come madre forse non troppo presente, piacevole Philippe Leroy quale studioso che apre nuove panorami al viziatissimo e ricco che mai è divenuto un autentico adulto. La scelta di far spiegare alla voce fuori campo di Fabio De Luca - per 5 minuti - quanto era successo prima dell’inizio della storia è stata una decisione particolarmente infelice, un background che penalizza lo spettatore costringendolo ad attendere come una liberazione l’incontro tra il francese e l’eterno bambinone. Tanto per non scontentare (ed accontentare) il finale è di un buonismo imbarazzante e, tutto sommato, poco credibile. Un quarantenne privo di problemi finanziari è lo stravagante erede di una dinastia di industriali: la sua è una vita segnata dal suicidio del padre quando lui aveva 4 anni e si è sempre occupato più dei suoi hobby che dell’azienda. Un esoterista francese lo metterà in crisi quando affermerà di aver individuato l'uomo in cui si è reincarnato suo padre. Non è un brillante manager, ma una persona piena di debiti e che vie di espedienti. Forse non sarà il padre, ma questo incontro cambierà la vita di entrambi. Non un film brutto, ma quelli belli sono tutt’altra cosa. Qui ogni cosa suona forzata e falsa, manca una vera coesione anche il film è girato in maniera professionale.