Il noto umorista e giornalista statunitense William Bruce Cameron, autore del romanzo pubblicato nel 2010 a base del film, è un uomo dai molteplici successi. Il libro è stato tra i più venduti per ben 49 settimane, ha ottenuto il plauso anche di associazioni animalistiche, dei veterinari e quant’altri per la capacità dello scrittore nel raccontare la psiche di un animale considerato spesso solo come adatto alla compagnia senza pensare alla sua sensibilità.
Un secondo libro è uscito nel maggio 2012, Il viaggio di Buddy, seguendo lo stesso protagonista dopo quanto da lui vissuto nel romanzo precedente e ha ottenuto lo stesso successo. Costretto da questo ulteriore plauso lo scrittore ha pubblicato Cinque cuccioli sotto l'albero, Storia di Ellie e vari altri titoli sempre basati su questo microcosmo. I diritti cinematografici di quasi tutti i suoi libri sono stati acquistati dalla DreamWorks. Oltre a questi, basati sui cani, ma ne ha scritto anche sugli orsi e ha partorito vari romanzi sui difficili ed ironici rapporti tra genitori e figli, soprattutto adolescenti. Nella trasposizione cinematografica si sono un po’ stemperate parte delle emozioni, lasciando spazio più ad una storiella per famiglie che a una vicenda ricca di qualche approfondimento in più. E’ un film valido per il tentativo di raccontare un mondo mai realmente trattato nella sua complessità. Il cane nasce come un bastardino di Goldenretriever poco vispo che non riesce ad essere amato e porsi al centro dell’attenzione della madre come i fratelli, ma passaggio dopo passaggio diventa sempre più intelligente, sensibile, utile a se stesso ed alla società. Si trasforma in cane da riporto, poi in Pastore Tedesco, San Bernardo, diventa cane poliziotto trovando sempre nuovi padroni con cui condividere l’esistenza. Lo svedese Lasse Hallström, che già si era cimentato in questo tipo di rapporto con l’ottimo Hachiko - Il tuo migliore amico (Hachi: A Dog's Tale, 2009) tratto da una vicenda realmente accaduta, dimostra di essere a proprio agio in questo mondo in cui la fiaba prende il posto di una realtà logica: in un mondo in cui prevalgono le cattive notizie che diventano quasi un unico companatico di giornali e notiziari televisivi, il pubblico ha sicuramente bisogno di estraniarsi in un mondo migliore anche se, ovviamente, creato tramite la fantasia. La bravura degli sceneggiatori e del regista sta proprio nel raccontare in maniera possibile un qualcosa – la psiche del cane – che ognuno dei padroni di uno di questi animali legge in maniera diversa e interpreta secondo i propri sentimenti. Sicuramente commuoverà gli animi più sensibili e, con buona probabilità, molti degli spettatori si identificheranno in quanto raccontato. I dialoghi sono un po’ prevedibili senza contare che la voce di Jerry Scotti impoverisce il personaggio rendendolo più un cucciolone che non cane con una propria dignità. La vita di un cane che vive varie reincarnazioni cambiando padroni, razza e sesso e aumentando sempre più la propria saggezza.
