Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti, in arte semplicemente Aldo, Giovanni e Giacomo, formano un trio comico che ci ha dato alcune fra le migliori proposte approdate alla scena e sulla televisione italiane. La loro comicità oscilla fra i surreale e il grottesco, con ruoli ben definiti per ciascuno: Aldo è lo spilungone imbranato, Giovanni in nevrotico un po’ truffaldino che si crede efficiente e Giacomo la spalla destinata ad assorbire i colpi della sorte (non a caso è suo il personaggio del mitico Tafazzi).
Il loro successo in teatro è stato costante e travolgente, meno che al cinema, dove non sono mai riusciti trovare la misura giusta per dilatare a livello di racconto la forza folgorante delle loro trovate sul palcoscenico. In questo Fuga da Reuma Park, regia dello stesso trio con l’aggiunta di Morgan Bertacca, prende atto di questa situazione limitandosi a confezionare un contenitore entro cui allineare alcune delle loro maggiori interpretazioni. Il pretesto che sta alla base del film è flebile, anche se avrebbe potuto offrire spunto per riflessioni di ben maggior spessore. In un mondo prossimo futuro gli anziani sono rinchiusi in un vecchio Luna Park da cui non possono uscire. Qui sono costretti a passare il tempo fra giochi imbecilli e feste dementi costantemente tiranneggiati da una mostruosa infermiera proveniente da un paese dell’Est Europa. I tre, tuttora famosi nella memoria dei vecchi, si ritrovano casualmente in questo colorato campo di concentramento dopo venticinque anni di carriera e organizzano una fuga verso il Brasile. Il film è costellato da spezzoni di brani video che ripercorrono i loro spettacoli di maggior successo con la presunzione, del tutto fallita, di costruire un vero film. Come già accadeva in Anplagghed al cinema (2006), diretto da Arturo Brachetti e Rinaldo Gaspari e tratto dallo spettacolo teatrale omonimo, la parte più interessante e divertente la offrono proprio questi vecchi brani, una sorta di Amarcord di una grandezza scenica che non ha ancora trovato la strada per passare dal palcoscenico al grande schermo.
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