Non appena uscito negli Stati Uniti (5 anni orsono) il romanzo di Ransom Riggs aveva interessato la 20th Century Fox che se ne era accaparrata i diritti pensando di affidare il progetto a Tim Burton, sicuramente adattissimo a rendere sullo schermo le situazioni visionarie descritte dal giovane scrittore del Maryland.
Trentacinquenne, ha pubblicato altri due romanzi con gli stessi personaggi che diverranno altrettanti film entro il 2020. Budget elevato – oltre 110 milioni di dollari – ma incassi che hanno difficoltà a decollare, La casa per bambini speciali di Miss Peregrine dimostra che, in un mercato in cui il fantasy continua ad occupare sempre maggiori spazi, che è difficile emergere e farsi notare. Personaggi che ricordano molto i Supereroi della Marvel con in più il fatto che sono bambini o ragazzi, in maniera tale da potere coinvolgere un pubblico di adolescenti. Ed è questo, forse, il limite maggiore di questa avventura produttiva: non riesce a dialogare con gli over fourteen. Il cinquantottenne regista californiano cura molto gli effetti visivi ma crea una favola che raramente coinvolge emotivamente. Prende a piene mani, per caratterizzare i mostri, al suo Edward mani di forbice (Edward Scissorhands, 1990) quasi a volere dimostrare di essere in crisi di originalità. Ben sviluppato nella prima parte (anche se un po’ troppo pieno di dialoghi) diventa complesso nella struttura narrativa quando cerca di seguire i vari personaggi che intersecano le proprie storie attraverso immagini a tratti confuse. Il giovane protagonista passa dall’incredulità nell’accettare ogni cosa nuova alla vigliaccheria perché non vuole abbandonare la sicurezza della famiglia per aiutare quelli che sono divenuti suoi amici anche se, subito dopo, si trasforma in combattivo eroe. Ogni cosa non è esattamente giustificata da un logico sviluppo della vicenda. Il troppo uso degli effetti castra quanto proposto da attori innegabilmente interessanti, scelti per ottenere un certo seguito anche dal pubblico più adulto. Poco aiutato dalla sceneggiatura pensata dall’inglese Jane Goldman, che pure aveva tra le sue esperienze anche la scrittura di due dei film con X-Men e Kick-Ass (2010), crea personaggi che difficilmente appaiono interessanti, a parte, forse, il nonno interpretato da Terence Stamp che propone una figura tradizionale e, per questo, credibile. Discorso opposto per Samuel L. Jackson ed il suo cattivissimo Barron, letto in maniera eccessivamente grottesca. Quando il nonno, suo punto di riferimento, gli lascia indizi su un mistero che attraversa mondi e tempi alternativi, il quindicenne va alla ricerca di questo luogo magico, La casa per bambini speciali di Miss Peregrine. Qui risiedono vari bambini e ragazzi che hanno poteri e caratteristiche che ne fanno supereroi in grado di creare situazioni fuori dalla norma. Ne è affascinato, ma ben presto è anche impaurito dai loro terribili nemici, personaggi che si cibano degli occhi dei bimbi. Lui vorrebbe tornare alla tranquillità di casa sua, ma è sensibile ai timori dei ragazzi e all’amore per una coetanea. Finale aperto.