Girato tra Thailandia e Brasile con vari interni ed esterni realizzati in Bulgaria, paesi notoriamente poco dispendiosi se raffrontati ai costi di Hollywood, dimostra la volontà dei produttori di girare materiale decoroso ma senza dovere investire i cento milioni che sarebbero serviti negli USA e qui limitati a solo quaranta.
Il film si basa su personaggi e situazioni già visti in Professione Assassino (The Mechanic, 1972), interpretato da Charles Bronson e diretto da Michael Winner, e nel remake, con lo stesso titolo, realizzato nel 2011 da Simon West. Entrambi i prodotti hanno funzionato bene al box office. Anche in questo caso la figura del super killer Arthur Bishop si dimostra particolarmente gradita agli spettatori perché, con le sue azioni esagerate, permette di realizzare scene d’azione a livello di follia con stuntman utilizzati in maniera massiva nonché effetti visivi particolarmente efficaci. Tuttavia qualcosa non ha funzionato, se è stato richiesto il lavoro di ben tre montatori che hanno operato in vari momenti, tanto che il film, girato a fine 2014, doveva uscire a gennaio di quest’anno. L’inizio fa ben capire le scelte di sceneggiatura: Rio De Janeiro, il Pan De Azucar e la funivia che vi sale sono ripresi in tutte le salse, il nostro protagonista (che si fa chiamare Otto nonostante sia americano) pranza in ristorante chic (con vista sempre sulla famosa collina) e viene raggiunto da una ragazza informata dalla sua identità e che, con una trentina di complici, ha praticamente monopolizzato tutto il locale. Cattivi massacrati, facce sfregiate, coltelli che appaiono dal nulla e uccidono, tutto distrutto, fuga sul tetto della funivia e salto su di un deltaplano che passa da quelle parti: e sono trascorsi solo sei minuti, ancor prima dei titoli di testa. Il film non cambia mai, si sposta in varie parti del mondo, mutano volti e situazioni ma non i contenuti, considerati adrenalinici dai critici benevoli mentre altri li giudicano un po’ troppo fracassoni. Intendiamoci, lo spettacolo funziona, un po’ meno il film. Arthur Bishop è un sicario molto richiesto perché è meticoloso, non sbaglia mai ed è specializzato nel far sembrare incidenti gli assassinii che commette. Anche se uscito da anni da quell’ambiente, sarà costretto per ragioni amorose a tornarci per un’ultima missione: completare una serie di omicidi, uccidendo gli uomini più pericolosi al mondo, senza che l’FBI si accorga che i colpi portano la sua firma.