Sembra quasi ci sia una maledizione legata a questo personaggio Marvel al contatto col mondo del cinema: vari film basati sul Dottor Strange sono stati progettati, alcuni entrati in lavorazione sin dalla metà degli anni ottanta, ma nessuno è stato terminato finché nel 2005 la Paramount Pictures ha acquistato i diritti cinematografici per conto dei Marvel Studios e si è iniziato a dare vita ad una produzione più seria. x
Nel 2010 ai bravi Thomas Dean Donnelly e Joshua Oppenheimer è stata affidata la sceneggiatura. Nel 2014 Scott Derrickson accetta di dirigerlo e alcuni mesi dopo Cumberbatch Benedict conferma che sarà il protagonista. John Spaihts riscrive completamente lo script rimaneggiato in seguito da Scott Derrickson e C. Robert Cargill. Un lungo lavoro giustificato dal fatto che Doctor Strange è un personaggio molto complesso e il rischio di cadere nel ridicolo è sempre presente. La bravura di Scott Derrickson – di cui ricordiamo buoni successi quali The Exorcism of Emily Rose (2005), Sinister (2012) e Liberaci dal male (Deliver Us from Evil, 2014) – con esperienza nel thriller e nel mondo onirico, è di trattare con grande naturalezza e credibilità personaggi e situazioni innegabilmente particolari, con una ricostruzione dei mondi paralleli fatta con intelligenza e una certa originalità. E’ riuscito a gestire benissimo anche il difficile mondo degli effetti visivi, molto presenti nel film, mantenendoli nella giusta posizione di contorno alla vicenda, senza mai farla fagocitare dalle magie della digital graphic. L’edizione in 3D è ancora più affascinante. Il Doctor Strange unisce la scienza alla magia e alla conoscenza di mondi diversi da quelli terreni. Il personaggio è già stato inserito in vari film della Marvel, ma qui è l’incontrastato protagonista. Per capire per cosa è utile il suo operato e cosa lo differenzi dagli altri supereroi basterà tener conto che lui non ha ultrapoteri e che il suo soprannaturale è dovuto alla magia, Inoltre gli Avangers proteggono il mondo dai pericoli fisici mentre lui lo protegge da rischi più mistici, soprannaturali. I mondi paralleli affascinano e, nella loro fantasiosa creazione, appaiono quasi credibili. Nonostante la drammaticità di alcune scene, il film predilige i toni della commedia. Il dialogo è divertente e mai troppo elaborato. Quando un suo compagno di ventura gli fornisce una parola, lui chiede se è il suo Mantra, l’altro gli risponde: no, è la password del Wi-Fi. Come sempre, l’ormai novantaquattrenne Stan Lee (anche produttore esecutivo) si concede un cammeo: qui è un passeggero sul bus. Il film racconta la storia di neurochirurgo di fama mondiale che, dopo un terribile incidente automobilistico, deve affrontare strazianti dolori. Quando la medicina tradizionale si dimostra incapace di guarirlo, cerca una cura in un luogo inaspettato: una misteriosa enclave nota come Kamar-Taj. Scoprirà presto che non si tratta soltanto di un luogo di cura ma della prima linea di una battaglia contro invisibili forze oscure decise a distruggere la nostra realtà. Imparerà a padroneggiare la magia e sarà costretto a scegliere se fare ritorno alla sua vita agiata o abbandonare tutto per difendere il mondo e diventare il più potente stregone vivente.