Il cinquantenne Andrew Stanton, forse l’artista più originale alla corte della Pixar, ha portato a casa fino ad ora la nomination per tre Premi Oscar come miglior sceneggiatura originale per Toy Story - Il mondo dei giocattoli (Toy Story, 1995), Alla ricerca di Nemo (Finding Nemo, 2003) e WALL•E (2008); per gli ultimi due si è aggiudicato il riconoscimento per il miglior film d'animazione.
Oltre a questo, è dietro al successo delle altre puntate di Toy Story, di A Bug's Life - Megaminimondo (A Bug's Life, 1998) e di Monsters & Co. (Monsters, Inc., 2001). Con queste premesse, non stupisce che anche in questa sua ultima fatica sia riuscito ad essere piacevole, interessante, coinvolgente. Per lui l’animazione è un linguaggio da sfruttare al massimo, ma i suoi film – soprattutto WALL•E – potrebbero avere lo stesso valore anche se realizzati con altre tecniche. E’ autore, sopra ogni cosa, e la sua fantasia non ha limiti pur riuscendo a costruire sempre storie logiche in cui nulla è lasciato al caso. Il sequel del suo Alla ricerca di Nemo, uno dei cartoon Disney/Pixar più riusciti e amati non solo dai più piccoli, era quasi impossibile poiché era già stato detto tutto di questo pesciolino con la pinna ferita che simpatizzava coi diversamente abili di tutto il mondo. La bellezza del personaggio era proprio qui, nel raccontare una vicenda molto più profonda di quello che poteva trasparire, usando i toni della piacevole commedia. Qui, ormai utilizzato al massimo il tema dell’handicap motorio, il regista rende protagonista della nuova avventura quello cerebrale, con un personaggio che soffre di amnesie, che ricorda pochissimo del suo passato. Dory è simpatica come Nemo ma quella piacevole femminilità – che nel mondo degli uomini è percepita come dolce debolezza – la rende ancora più delicata, più bisognosa della nostra complicità. Eppure, nel corso della storia – molto più complessa delle precedenti create dal regista-sceneggiatore – l’indifesa pesciolina diviene eroina a tutto tondo, capace di non sfigurare al fianco dei suoi amici di avventura. Il mare è importante, ma non tutto si svolge lì, anzi: vasche di acquari, bocce familiari, brocche, tubature, fontane e quant’altro. In questa maniera, le avventure si sviluppano in maniera spesso imprevedibile tenendo sempre alto il livello d’attenzione. Splendido il finale o, meglio, la scelta di proporre due finali. La pesciolina azzurra Dory vive felicemente sulla barriera corallina insieme a Nemo e Marlin, nonostante sia affetta da una quasi completa perdita della memoria. Quando a sorpresa si ricorda di avere una famiglia che forse la sta cercando, insieme ai suoi amici parte per un lungo viaggio attraverso l'oceano. Arrivano al Parco Oceanografico in California, acquario che ha anche un funzionale centro di riabilitazione. Per riuscire a trovare sua madre e suo padre, Dory chiederà aiuto ai tre abitanti più stravaganti del posto: Hank, un irascibile polpo che tenta continuamente la fuga, Bailey, un beluga convinto di avere un sonar difettoso, e Destiny, uno squalo balena miope. Qui la pesciolina ed i suoi compagni d'avventura scopriranno l'amicizia, il senso della famiglia e impareranno a sfruttare le grandi potenzialità che si celano nei loro difetti.