Julie Delpy dal 2002 - aveva 33 anni – si è lanciata nel mondo della regia pur non disdegnando di interpretare una miriade di film. Dietro la macchina da presa aveva debuttato col mediocre Looking for Jimmy (mai uscito in Italia) ma da noi si è fatta conoscere soprattutto per 2 giorni a Parigi (2 Days in Paris, 2007), per 2 giorni a New York (2 Days in New York, 2012) ed il più serioso La Contessa (The Countess, 2009). Anche in questo film mette molto impegno, ma la preferiamo come attrice e sceneggiatrice - è stata candidata al Oscar con buoni titoli quali Prima del tramonto (Before Sunset, 2004) e Before Midnight (2013), scritti assieme a Ethan Hawke – in cui la regia era di Ricahard Linklater.
.
Questo è il sesto film che scrive e dirige e tornana a indagare con umorismo e un pizzico di cattiveria i mutamenti delle relazioni umane, tracciando un quadro dei timori, delle ansie e delle paure dell’essere umano alle prese con la complessità dell’amore. Purtroppo, collabora nella stesura con la poco esperta Eugénie Grandval ed il risultato finale è a tratti deludente, spesso sconcertante. Difficile accettare una classica storiella che punta a bene inserirsi nel filone della commedia d’oltralpe e poi cercare di strizzare l’occhio allo spettatore con alcuni dialoghi solo apparentemente coraggiosi ma che, in realtà, si limitano a citare situazioni un po’ osé creando momenti pruriginosi e poco interessanti. A questo va aggiunto che i vari personaggi, soprattutto quello il protagonista, sono tratteggiati in maniera qualunquista, inserendo tutti i luoghi comuni possibili. Nel cast, oltre all’attrice – regista, c’è il Dany Boon, creatore del fenomeno Giù al Nord (Bienvenue chez les Ch'tis, 2008) ed interprete di molte commedie di successo, E’ bravo ma non aiutato dall’amica e collega a dare vita ad una interpretazione interessante. La storia, con il figlio che fa di tutto per evitare di perdere i privilegi che gli fornisce una madre, ricorda il bel Cyrus (2010) diretto dai fratelli Duplass ed interpretato strepitosamente da Jonah Hill con, nel ruolo dei genitori, John C. Reilly e Marisa Tomei. In quella occasione la perfidia del figlio si inseriva meglio nel gioco del nuovo rapporto della madre con un poco sexy innamorato. Durante una vacanza a Biarritz, la sofisticata e chic Violette incontra Jean-René, un informatico molto sbadato e goffo che ha realizzato un programma di gestione molto apprezzato dalle banche. Contro ogni logica apparente, i due sono subito in sintonia, diventano amanti insaziabili e innamorati pronti a tutto; alla fine dell’estate, dopo alcune settimane senza di lei, l’uomo la raggiunge a Parigi dove si trasferisce anche per lavoro. La loro diversa estrazione sociale e la presenza di Lolo, il figlio diciannovenne della donna, non renderanno le cose difficili da gestire.
